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Tenta di truffare l’assicurazione: Gianluca Branco, ex pugile a processo

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Roma, 9 mag. – Tenta di truffare l’assicurazione: Gianluca Branco, ex pugile a processo. Gianluca Branco, 51 anni, originario di Civitavecchia ed ex campione europeo, con la complicità di due medici che hanno dichiarato il falso, ha tentato di truffare l’assicurazione fingendo un incidente.

Tenta di truffare l’assicurazione: Gianluca Branco, ex pugile a processo

Il due volte campione del titolo europeo dei pesi welter, è finito sotto processo con altre quattro persone per aver simulato un incidente nel 2015. Da quanto si apprende da Il Corriere della Sera, l’ex pugile, il 3 maggio del 2015 stava camminando in via Monte San Savino, zona Fidene, quando verso le 14 del pomeriggio sarebbe stato investito da un’auto guidata da Sandro Vizzaccaro, residente a Tolfa. L’automobilista, insieme al passeggero, Diego Mascheroni, si sarebbero subito fermati a prestare soccorso, hanno trasportato Branco presso l’ospedale San Giovanni Addolorata. Qui riceve le prime cure dal medico Fabrizio Fati, grande appassionato di pugilato e che ha curato diverse volte l’ex campione. Quest’ultimo certifica una lussazione confermata qualche giorno dopo da un altro specialista del medesimo nosocomio, Francesco Marchese. A seguito dell’incidente Branco deve rinviare l’imminente incontro al 12 dicembre dello stesso anno.

La tentata truffa

Costretto al riposo, l’ex pugile presenta una richiesta di risarcimento danni all’assicurazione del suo investitore. L’assicurazione stessa avvia quindi un’indagine per determinare sia la dinamica dell’incidente che la quantificazione del danno. E proprio grazie a questa indagini, sono venute alla luce delle anomalie che hanno portato a giudizio tutte le persone coinvolte. Tra le stranezze della vicenda l’accusa ha posto l’accento sul fatto che investito ed investitore, entrambi residenti fuori Roma, si trovino a passare nella stessa zona. Al fatto che il conducente dell’auto abbia trasportato il ‘ferito’ in un ospedale a 15 chilometri di distanza dal luogo dell’incidente, quando l’ospedale più vicino sarebbe stato il Gemelli, e dove casualmente lavorava Fati, non solo originario di Civitavecchia ma già colpevole di aver falsificato dei referti.

Ida Cesaretti

 

 

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