Roma, 28 apr – Casal Palocco, botte e insulti agli anziani della casa di riposo: arrivano le condanne. I fatti risalgono al 2016. Mercoledì le richieste della procura: 4 anni e 6 mesi di carcere per la coordinatrice, tre anni per gli altri imputati.
Casal Palocco, botte e insulti agli anziani della casa di riposo: arrivano le condanne
Arrivano le richieste di condanna per il processo sui maltrattamenti nella casa di riposo Villa Fidia di Casal Palocco, in cui sono imputati quella che ai tempi era la coordinatrice della struttura insieme con la figlia, responsabile della società che la gestiva, il “tuttofare” della coordinatrice e un inserviente. La pm Daniela Miscio ha chiesto per la coordinatrice della struttura 4 anni e 6 mesi di carcere, mentre per gli altri tre la richiesta è di 3 anni. Chiesta l’assoluzione, invece, per i due medici (un neurologo e il responsabile medico della struttura), imputati con l’accusa di falso in atto pubblico per avere firmato prescrizioni di medicinali, principalmente sedativi e anti psicotici, senza piano terapeutico.
Anziani maltrattati e sedati
Il caso è esploso nel 2017, quando il parente di una delle anziane ospiti della casa di riposo ha sporto denuncia e spinto i finanzieri del gruppo di Ostia a indagare su quanto accadeva tra le mura di quell’apparentemente tranquilla palazzina immersa nel verde. Poco più di una decina le stanze in cui si consumavano le violenze, fisiche e psicologiche. Gli anziani ospiti venivano schiaffeggiati e spintonati, trascinati per i capelli, insultati, lasciati per ore senza assistenza e con pochissima acqua perché “sennò avrebbero fatto troppa pipì”, bloccati a letto con legacci improvvisati oppure sedati con farmaci (Seroquel e Ritrovil) mai prescritti e non inseriti nel piano terapeutico.
I fatti risalgono al 2016
Tutti gli episodi contestati risalgono all’estate del 2016, l’arresto è arrivato un anno dopo. I pm, nella richiesta di rinvio a giudizio, avevano parlato di “un perdurante e grave stato di sofferenza fisica e psicologica” e di “condotte diverse, anche omissive, ma convergenti verso il medesimo fine, con reiterati atti lesivi dell’integrità fisica, percosse, schiaffi, tirate di capelli se avevano difficoltà a mangiare o se per le loro condizioni erano degenti ‘poco collaborativi’”. La sentenza è attesa a luglio.
Luciano Guido