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Choc a Regina Coeli, detenuto sequestrato e stuprato dai compagni di cella

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Roma, 20 apr. – Choc a Regina Coeli, detenuto sequestrato e stuprato dai compagni di cella. L’aggressione è avvenuta i giorni scorsi, il detenuto è stato sequestrato dai compagni di cella e poi violentato, solo l’intervento della polizia penitenziaria ha posto fine al terribile episodio.

Choc a Regina Coeli, detenuto sequestrato e stuprato dai compagni di cella

La notizia è stata rilasciata dal SAPPE, il sindacato della polizia penitenziaria: “Grazie all’intuizione degli uomini del corpo di polizia penitenziaria, l’uomo è stato salvato in quanto veniva minacciato con un coltello rudimentale e tenuto legato sempre con una corda rudimentale. Si tratta di un episodio vergognoso e raccapricciante certamente favorito dall’allentamento della sicurezza interna dovuto alla vigilanza dinamica. Questi sono i frutti di una sorveglianza ridotta in conseguenza della cervellotica vigilanza dinamica, dell’autogestione delle carceri e dai numeri oggettivi delle carenze di organico del Reparto di Polizia Penitenziaria di Roma Regina Coeli. Quel che è successo è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri, che di fatto determinato una pericolosa autogestione dei penitenziari.

Lo sdegno del sindacato

Il sindacato continua a denunciare Il sistema che, piano piano, “si sta sgretolando ogni giorno di più. La sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, l’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, la mancanza in organico di poliziotti penitenziari, il mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento. La politica se n’è completamente fregata. E i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria hanno smantellato le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali”.

Ida Cesaretti

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