Roma, 7 apr – Un marito chiede un risarcimento all’amante della moglie, ritenuto colpevole della fine del suo matrimonio. Succede a Perugia: l’istanza, però, che è stata respinta dai giudici civili di primo e secondo grado.
La moglie lo tradisce e il marito chiede il risarcimento … all’amante
La vicenda, raccontata da Il Messaggero, ha inizio un paio di anni fa quando un uomo di Deruta, in provincia di Perugia, si convince che la moglie lo stia tradendo con un altro. “Io lavoro tutti i giorni a Spoleto, finito il turno portavo i bambini agli allenamenti di calcio, li seguivo nei compiti e nelle attività extrascolastiche, collaboravo in famiglia e lei invece mi tradiva” ha raccontato ai giudici.
“La mia famiglia distrutta per colpa sua”
“Quello ha iniziato a farle regali, a corteggiarla in maniera incalzante. Insomma, l’ha istigata a tradirmi, facendola allontanare di casa pomeriggi interi e pure di sera, senza una spiegazione neanche ai bambini. Avevamo una bella famiglia che si è distrutta per colpa di lui. E ora deve risarcire me e i miei figli”.
Ben 600mila euro richiesti
I due poi si sono separati e l’uomo ritiene che il divorzio sia da attribuire proprio all’amante della donna. Sia l’ex moglie che il presunto amante, però, hanno sempre negato la relazione, anche davanti ai giudici civili. L’uomo ha deciso comunque di portare in tribunale il suo presunto avversario in amore chiedendo un risarcimento di 600mila euro per aver distrutto la sua famiglia.
Ma i giudici non sono d’accordo
I legali dell’uomo hanno fatto riferimento agli articoli del codice civile che disciplinano il matrimonio. Secondo gli avvocati, infatti, l’infedeltà “produce danno dà titolo al coniuge tradito di chiedere il relativo risarcimento anche nei confronti del terzo”.I giudici di primo grado, però, hanno respinto la richiesta perché il tradimento non è stato provato, mentre quelli di secondo grado hanno riconosciuto al presunto amante “il diritto di autodeterminazione, nonché della propria libertà sessuale, costituzionalmente garantiti”. La vicenda si è conclusa con l’istanza che è stata respinta sia in primo che in secondo grado e il presunto tradito che è stato costretto anche a pagare le spese processuali.
Elisabetta Valeri