Roma, 31 mar – Virginia Raggi nei ‘guai’ per le sue posizioni filorusse: “Non può presiedere la commissione Expo 2030”. Lista Calenda lascia la commissione per chiedere la rimozione dell’ex sindaca che replica: “Non sono filo-putiniana”.
Raggi troppo “filorussa”, fuori dalla commissione Expo 2030?
Virginia Raggi nuovamente nell’occhio del ciclone e la sua carica per Expo 2030 messa in discussione per alcune posizioni ambigue sul conflitto tra Russia e Ucraina. La capogruppo della lista Calenda, Flavia De Gregorio, ha abbandonato la commissione. Valeria Baglio, del PD, chiede “chiarimenti o smentite”. Che arrivano nel pomeriggio dalla diretta interessata, su Facebook: “Non sono filo-putiniana o filorussa, mi si vuole affibbiare questa etichetta per delegittimarmi”.
Le chat del Movimento Cinque Stelle
Come riportato da Repubblica oggi, mercoledì 30 marzo, durante la giornata di martedì l’ex sindaca e garante nazionale del M5S avrebbe condiviso nella chat WhatsApp dei Cinquestelle almeno cinque diversi post che rilanciano la propaganda filorussa rispetto alla guerra in Ucraina. Zelensky, presidente del Paese invaso dall’armata putiniana lo scorso 24 febbraio, sarebbe – insieme al suo Ministro degli Interni – alla guida di “battaglioni nazisti”, secondo alcuni degli articoli condivisi secondo il quotidiano da Raggi. Ma la Raggi pubblicamente diceva il contrario: “L’Italia ha deciso di inviare armi per sostenere la resistenza dell’Ucraina – scriveva quasi un mese fa – . Non ho certezze, ma siamo sicuri che questa sia l’unica soluzione possibile? E che sia davvero quella giusta? Spingiamo per la via diplomatica che prevede anche prese di posizione ferme ma lasciamo aperta la porta al dialogo. Io credo che le armi non possano essere la soluzione alla crisi. E’ il momento del dialogo ad ogni costo, della mediazione”.
Il Pd: “Raggi smentisca pubblicamente”
“Fare propaganda filorussa mentre è in corso un dramma umanitario che coinvolge milioni di ucraini che scappano dalle bombe sarebbe davvero un fatto gravissimo – fa sapere la capogruppo Pd Valeria Baglio – . Farlo quando si ricopre un ruolo istituzionale lo sarebbe ancora di più. Ci attendiamo che Virginia Raggi chiarisca e smentisca pubblicamente quanto riportato oggi su alcuni organi di stampa su un suo presunto appoggio alla guerra di Putin. Da Raggi aspettiamo una risposta”.
La difesa di Raggi
Su Facebook, l’ex sindaca cerca di mettere a tacere le polemiche, come chiesto dal Pd: “Ho detto pubblicamente che ho serie perplessità sull’invio di armi in Ucraina – ricorda Raggi -, così come ho detto che dobbiamo renderci liberi dal ricatto russo sulla fornitura del gas. Ho condiviso in una chat privata le analisi sulle tensioni tra Russia e Ucraina che aveva fatto, fin dal 2014, l’allora parlamentare europeo Dario Tamburrano – ammette la consigliera di minoranza -. Dario invitava ad intervenire prontamente per evitare che la guerra si estendesse dalla Crimea e dal Donbass a tutta l’Ucraina e all’Europa. Aveva ragione. Allo stesso tempo proponeva una soluzione: limitare l’incidenza del gas russo nelle forniture energetiche dell’Europa e investire nelle fonti rinnovabili”. “E’ quello che, secondo me, dobbiamo fare – prosegue – . Per me è questa una delle ‘armi’ che abbiamo per depotenziare il conflitto. Ovviamente, le mie parole sono state distorte per creare una contrapposizione tutta politica tra buoni e cattivi all’interno della quale chi non si adegua è ovviamente un ‘cattivo'”.
Luciano Guido