Roma, 28 mar – Si offre di ospitare due profughi dall’Ucraina ma poi cambia idea. Lo denuncia Suor Anna Alonzo, che ha accolto due studenti 20enni di origine africana in fuga da Kiev dove frequentavano l’Università: “Mi hanno detto che non volevano ospitare due nigeriani. Due profughi bianchi andavano bene, neri no”.
Si offre di ospitare due profughi dall’Ucraina ma poi cambia idea: “Profughi sì, ma neri no”
Una signora si era offerta di ospitare due giovani sui 20 anni di età in fuga da Kiev. Quando ha capito che erano di origine africana però si è rifiutata. A denunciare la vicenda è stata Suor Anna Alonzo, che ha accolto Michael e Meshack, questi i nomi dei due giovani, nella sua “Casa della Regina di Pace”, casa di famiglia che ha trasformato in centro di accoglienza, a Casteldaccia, a pochi passi da Palermo.
Il rifiuto
Al Corriere della Sera, la religiosa ha spiegato che “quando sono arrivati, dopo cinque giorni di viaggio, utilizzando autobus, spesso camminando a piedi, erano esausti. Sono crollati sulla sedia e hanno dormito per ore”. E sono rimasti lì perché la donna che si era detta disponibile a dare loro un alloggio si è tirata indietro. “Mi ha detto che non voleva ospitava due africani. Due profughi bianchi andavano bene, neri no”, ha aggiunto la suora.
Studiavano in Ucraina
Michael e Meshack hanno seguito in Italia un altro ragazzo nigeriano che aveva parenti a Trapani: ora si trovano nella struttura di Casteldaccia ma l’obiettivo di Suor Anna è quello di trovare loro una sistemazione a Palermo e di farli iscrivere all’Università. “Frequentavano il secondo anno quando è iniziata l’invasione russa, la loro casa è stata colpita dalle bombe e loro sono stati costretti a fuggire”, ha spiegato, aggiungendo che mentre Michael frequenta la facoltà di Economia, Meshack studiava Medicina, che però in Italia è a numero chiuso. “Potrebbe fare scienze infermieristiche, ma lui è determinato, vuole fare il chirurgo. Credo che non sia un problema aggiungere uno studente in più”, ha detto.
In fuga da due guerre
Originari di Benin City, i due ragazzi hanno perso i genitori uccisi dai terroristi di Boko Haram. Poi il trasferimento in Ucraina, prima della guerra, per portare avanti i propri studi e ora l’arrivo in Italia. “Speriamo che qualcuno li aiuti”, ha concluso suor Anna, che ha infine così commentato la vicenda: “È lo spettro del razzismo. Che differenza c’è tra un ragazzo ucraino e un ragazzo nigeriano che vive in Ucraina? Sono entrambi esseri umani in fuga dalla stessa guerra”.
Ilaria Paoletti