Home Cronaca Gori e la sua ingratitudine verso i russi: “L’aiuto dato durante la...

Gori e la sua ingratitudine verso i russi: “L’aiuto dato durante la pandemia aveva secondi fini?”

0

Roma, 21 mar. – Gori e la sua ingratitudine verso i russi: “L’aiuto dato durante la pandemia aveva secondi fini?”. Il sindaco di Bergamo che durante la crisi del 2020 ha ringraziato il governo russo per il sostegno, oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, espone le sue perplessità sul fatto che questo aiuto non fosse poi privo di interessi.

Gori e la sua ingratitudine verso i russi: “L’aiuto dato durante la pandemia aveva secondi fini?”

Durante la crisi pandemica l’Italia ha affrontato il problema della scarsità di operatori sanitari. Tra i paesi che ci hanno sostenuto compare anche la Russia. E proprio i russi ci mandarono trenta medici per l’apertura dell’ospedale alla Fiera. Ed il sindaco di Bergamo, una delle città più colpite dal Covid, era ben propenso ad accettare il loro aiuto. Ma a seguito delle minacce al ministro della Difesa da parte del governo russo, Gori ha fatto marcia indietro. “E’ giusto chiedersi quali fossero i loro reali obiettivi”, spiega in un’intervista al Corriere della Sera. Il sindaco bergamasco non nega le difficoltà in cui versava la città nel 2020,”Eravamo in grande difficoltà. L’apertura dell’ospedale alla Fiera di Bergamo venne inizialmente rinviata per il ‘bidone’ dei medici promessi e mai inviati dai cinesi”. E fu ben grato dell’aiuto giunto dalla Russia, “oltre ad aver sanificato le case di riposo, trenta medici lavorarono in Fiera e furono determinanti per il funzionamento di quell’ospedale”.

Le perplessità di un aiuto disinteressato

Quasi come a voler prendere le distanze dall’aver espresso gratitudine in un momento di crisi, Gori prosegue la sua intervista dicendo che non era al corrente dell’arrivo dei russi: “Credo che su questo ci fosse stato un contatto tra Putin e Conte. Ricordo l’atmosfera sinistra di quella conferenza stampa, in cui i giornalisti non potevano rivolgersi ai militari”. E a seguito dello scoppio della guerra espone i suoi dubbi sulle reali intenzioni di Mosca. “Se guardiamo alla composizione di quel contingente russo, fatto solo in parte da medici, è giusto chiedersi quali fossero i loro reali obiettivi”. Conclude la sua intervista alla testata giornalistica dicendo che: “Quando parlo di intelligence la intendo in senso scientifico: il vaccino Sputnik sarebbe stato sviluppato partendo da un campione di virus prelevato in Italia. Già questo basta per dubitare che la missione fosse dovuta a pura generosità. Aggiungiamo che la Russia ha usato quella missione per propaganda, sottolineando la supposta inefficienza dei Paesi Nato”.

Elisabetta Valeri

 

Previous articleBambina ucraina travolta ed uccisa da un’auto
Next article“Putin vuole una nuova Shoah”. Così Zelensky scatena l’ira degli israeliani
Avatar
Romana, classe 1987, cresciuta a Primavalle. Laureata in giurisprudenza, giornalista da per passione e voglia di raccontare la città

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here