Roma, 18 mar – Luca Palamara presenta presso la Sala dei Cordari a Rieti il suo libro – intervista con Alessandro Sallusti, ‘Lobby e Logge’ nuovo successo editoriale dopo il precedente de Il Sistema. L’ex magistrato fa anche un annuncio importante: quello di voler restare in politica, in maniera autonoma, dopo l’esperienza positiva delle suppletive a Roma.
Rieti, Palamara presenta ‘Lobby e Logge’ e annuncia: “Resto in politica”
L’ex magistrato, nella gremita Sala dei Cordari di Rieti, ha guidato la platea nel labirintico rapporto tra magistratura e politica, insieme al rappresentante di Area Rieti Chicco Costini e del giornalista Daniele Scopigno. L’ex magistrato non è nuovo alla politica: si è già candidato a Roma alle elezioni suppletive nel collegio uninominale di Roma Primavalle per il seggio alla Camera dei Deputati, incassando, lo scorso ottobre, un ottimo 6% per una candidatura ‘last minute’, contro tutto e contro tutti. D’altronde erano concorrevano due validi rappresentanti del centrodestra e del centrosinistra: Andrea Casu, ex segretario del PD Roma (poi risultato vincitore) e Pasquale Calzetta per il centrodestra. Lo stesso Palamara, annunciando la sua discesa in campo, usò queste parole: “Lo farò da cittadino libero, non ho preclusioni e non sono né di destra, né di sinistra”. Dunque, anche ieri a Rieti ha espresso la sua volontà di rimanere in politica nel solco della totale autonomia partitica. Intenzione espressa anche alla domanda del giornalista Scopigno: “Sono intenzionato ad impegnarmi ancora in politica”. Rieti è il palcoscenico ideale per fare questo annuncio: nella città ‘centro d’Italia’ le prossime elezioni raccoglieranno in sé i principali step del futuro: saranno infatti comunali, regionali e nazionali.
“Lo Stato condanna gli esecutori, ma mai chi c’è dietro”
Parlando poi nel dettaglio dei temi di Lobby e Logge, di come ad esempio nel processo Borsellino quater un pentito prima ritenuto attendibile sia poi stato scartato in tempi recenti, Palamara ci speiga come quello stesso pentito fu gestito dalla polizia giudiziaria e della magistratura. Il CSM, ricorda Palamara, decise di non andare a fondo: “Lo stato condanna gli esecutori ma mai chi c’è veramente dietro , perché crea dei cortocircuiti. Questo è il motivo per cui in Italia non sappiamo mai le cose come sono veramente andate”.
“La riforma Cartabia? Un pannicello caldo”
In tema referendum, rispondendo ad una domanda del giornalista Scopigno,Palamara pensa che sia giusto coinvolgere tutti i cittadini: ” É un un tema ormai sdoganato come la giustizia : libri, trasmissioni televisive, ora fanno sì che anche i cittadini vogliano dire la loro”. “Bisogna avere serenamente il coraggio di affrontare e riflettere su cose e fatti che non hanno funzionato. Bisogna spiegare in maniera comprensibile come relazionarsi ad esempio alla carcerazione preventiva, o se l’attuale assetto del CSM sia attuale o meno e se le correnti debbano esistere o meno”. “Sono temi che sono usciti dall’aula di giustizia. La riforma Cartabia è un pannicello caldo. E il fatto che anche in ambito parlamentare chi parla della riforma spesso non abbia le competenze, rallenta il processo”, dichiara l’ex pm.
Leonardo Nicolini