Roma, 8 mar. – Prati, ladri lasciano il quartiere senza internet. Sabato scorso a seguito di furti di bobine di rame dei cavi telefonici, i residenti della zona hanno subito un blackout di internet.
Prati, ladri lasciano il quartiere senza internet
Venerdì scorso, gli agenti della Polizia di Stato, sono intervenuti in piazzale della Marina a seguito di una segnalazione di malfunzionamento della centrale telefonica della Tim. Immediata è stata l’individuazione dei responsabili. Sono stati arrestati 4 italiani per furto aggravato in concorso. Gli agenti arrivati sul posto, hanno potuto notare la presenza di un furgone bianco e di due veicoli a bordo dei quali, 4 soggetti stavano caricando svariati metri di cavi di rame. Insospettiti, gli agenti, hanno deciso di seguirli a distanza, giunti in via della Maglianella, li hanno bloccati all’interno di un sito per stoccaggio di materiali. Un’indagine lampo che ha consentito di arrestare in flagranza i 4 uomini di età compresa tra i 42 ed i 63 anni. All’interno del furgone sono stati sequestrati 18 spezzoni di cavo telefonico da 2400 coppie di rame della lunghezza di circa 2 metri ciascuno, per un peso di circa 485 kg.
Indagine interna della Tim
La compagnia telefonica aveva già da tempo iniziato a condurre un’indagine interna a seguito di svariati furti di cavi telefonici. La Security di Tim ha individuato 4 uomini che lavorano per un’impresa che opera su appalti Tim. La stessa compagnia telefonica ha rilasciato un comunicato in cui si ritiene soddisfatta dell’opera degli agenti di polizia. “Quello del furto del rame è un fenomeno criminale che danneggia non solo le società operanti nel settore delle telecomunicazioni, ma anche quelle che operano nei trasporti e nel settore dell’energia, causando danni economici alle aziende ed enormi disagi agli utenti. La rilevanza del fenomeno è tale che già dal 2012 è stato istituito presso il Ministero dell’Interno un Osservatorio Nazionale sui Furti di Rame, al quale hanno aderito il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, l’Agenzia delle Dogane e le principali società maggiormente esposte al fenomeno in parola, tra le quali la stessa TIM”.
Ida Cesaretti