Roma, 3 mar – La guerra in Ucraina colpisce pure la spesa degli italiani: ecco come. Il rincaro dei beni energetici si abbatte sulla filiera agroalimentare e colpisce gli agricoltori. E Coldiretti lancia l’allarme e commenta la diffusione dei dati Istat sull’inflazione a febbraio, che mostrano un balzo del 45,9 % per l’energia e del 4,9 % per gli alimentari.
La guerra in Ucraina colpisce pure la spesa degli italiani: ecco come
Un chilo di grano, ricorda Coldiretti, nonostante gli aumenti viene pagato agli agricoltori 31 centesimi e serve per produrre un chilo di pane che viene venduto a consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 4 euro a seconda delle città. L’incidenza del costo del grano sul prezzo del pane resta dunque marginale pari a circa il 10% e il problema vero è il costo dell’energia. Il paradosso è ad esempio che si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.
Non solo alimenti (e non solo Europa)
L’escalation dei prezzi riguarda, comunque, tutta l’Europa. Le sanzioni comminate a Putin hanno, di fatto, interrotto i trasporti aerei e marittimi minacciando i flussi di materie prime. Il petrolio è salito del 4,4% a 103,09 dollari al barile, nuovo massimo dal 2014. I prezzi del gas sono schizzati alle stelle, in rialzo del 12% rispetto alla chiusura di due giorni fa, mentre il grano è aumentato del 5% a 9,75 dollari per bushel, anche a causa dei timori per gli eventuali problemi logistici. E non è finita. L’Egitto ha aumentato le tasse di transito per le navi che passano attraverso il Canale di Suez, con aumenti fino al 10%.
Leonardo Nicolini