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Birra del Borgo chiude due locali: 40 dipendenti rimangono senza lavoro

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Birra del Borgo

Roma, 7 feb – Birra del Borgo chiude due locali: 40 dipendenti rimangono senza lavoro. L’azienda parladi “intervento irreversibile”. E ora i sindacati chiedono utilizzo ammortizzatori sociali.

Birra del Borgo chiude due locali: 40 dipendenti rimangono senza lavoro

Il birrificio artigianale eccellenza del Laizo nato nel 2005 a Borgorose, in provincia di Rieti,  acquisito sei anni fa dalla multinazionale Ab InBev, è in crisi – come tante realtà del settore food e alberghiero vessate da anni di Covid e misure inadatte per l’occupazione. Da qui la decisione di chiudere parte delle sue attività: e per 42 lavoratori, su 74 dipendenti totali, questo significa licenziamento.

“Riassetto operativo”

La società parla di un “intervento di riassetto operativo e riorganizzativo”. I reparti commerciale e marketing saranno soppressi, quelli People, Lab e Plant Area riorganizzati. E, soprattutto, cesseranno le attività dei due locali di Roma: l’Osteria di Birra del Borgo a Prati e il Bancone di Piazza Bologna. Salvo invece il birrificio di Collerosso, rilevato dal birraio Matteo Corazza, che ‘salva’ così dagli esuberi due dipendenti.

“Grave congiuntura economica”

Dietro i licenziamenti da parte di Birra del Borgo “la grave congiuntura economica generata dalla pandemia relativa al Covid-19”, che hanno messo in ginocchio un’azienda, così si legge sulla procedura, già in crisi dal 2018. Le perdite registrate sono state di quasi 6 milioni di euro solo nell’ultimo anno. “Un intervento di riorganizzazione irreversibile” per l’azienda che si dice “impossibilitata a valutare misure alternative che possano fronteggiare le conseguenze sul piano sociale dell’attuazione del programma di riduzione del proprio organico”.

La reazione dei sindacati

“La cosa paradossale è che fino all’anno scorso non c’era nessun segnale di questa crisi imminente, l’azienda si è sempre comportata come se avesse davanti delle prospettive rosee: sono stati fatti investimenti e assunzioni. Questa operazione veloce sugli esuberi non ci torna” – dice Alessandro Russo della Filcams Cgil in una dichiarazione a RomaToday. “Perchè siamo arrivati subito ai licenziamenti senza utilizzare gli ammortizzatori sociali previsti? Ci stupisce che una multinazionale di quelle dimensioni discuta come una piccola azienda, faccia sapere in modo trasparente quali sono le intenzioni per il futuro e se c’è all’orizzonte una vendita tuteli i suoi lavoratori”.   “Abbiamo chiesto il ritiro della procedura, non ci convincono le motivazioni. E’ necessario capire attraverso un nuovo piano industriale e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali come si può recuperare respiro ed evitare un’ulteriore mazzata ai lavoratori” aggiunge Giuseppe Cappucci della Flai Cgil. Il prossimo incontro è già fissato per il 15 febbraio.

Ilaria Paoletti

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