Roma, 7 gen – Caso Pezzotti, la questura ‘ci ripensa’: forse Arianna potrà tornare a lavorare. Arianna Pezzotti è una madre di famiglia, incensurata, vittima di un’ingiustizia da regime totalitario. Le è stato infatti negato il tesserino da steward per una ragione che con la legalità o con il diritto non ha niente ha che fare: Arianna è militante di un’organizzazione della destra radicale, Area Rieti. Un’organizzazione perfettamente legale, integrata col territorio, e che porta avanti valori condivisibili su molteplici piani. Questa ingiustizia, infatti, è stata denunciata con sdegno da tutte le realtà politiche, da Cicchitto a Nessuno Tocchi Caino passando per Rifondazione Comunista. Adesso la Prefettura ‘corre ai ripari’.
Caso Pezzotti, la prefettura ‘ci ripensa’: forse Arianna potrà tornare a lavorare
È già all’attenzione del prefetto di Roma Matteo Piantedosi e del questore Mario Della Cioppa, per essere rivalutato, il preavviso di rigetto recapitato ad Arianna Pezzotti per l’impiego di steward. Secondo quanto fanno sapere fonti della prefettura, il provvedimento non è una bocciatura ma un atto interlocutorio che è già oggetto di riconsiderazione.
“In democrazia non è una cosa possibile”
“Non è possibile che in democrazia ad una persona nemmeno mai indagata o coinvolta in fatti illegali non sia consentito di lavorare e mantenere i propri figli solo perché ha idee di destra, e milita in un’associazione legale della quale nessun membro mai è stato nemmeno inquisito, in virtù di una legge che non ha mai riguardato la mia associazione” commentava Arianna a Spray News “e perché sono ritenuta collegata a partiti legali con cui in realtà non ho o ho avuto solo vaghissimi rapporti anni fa, e sempre per situazioni di aiuto sociale ai più deboli, ai terremotati, ai poveri”. Adesso, forse, la luce in fondo al tunnel.
Ilaria Paoletti