Roma, 4 gen – Il Covid uccide il turismo, lo Sheraton licenzia tutti i suoi lavoratori. Cronaca di una tragedia annunciata.
Il Covid uccide il turismo, lo Sheraton licenzia tutti i suoi lavoratori
Il celebre Sheraton Roma Hotel & Conference Center ha deciso di licenziare tutti i suoi lavoratori: l’hotel ha chiuso a causa della pandemia dal 16 marzo del 2020 e non ha mai più riaperto. In totale, vengono licenziati 164 dipendenti su 166. Dopo due anni di cassa integrazione rimangono senza lavoro e con un palmo di naso tutti i dipendenti dell’area amministrativa, cuochi, addetti alle camere e alle prenotazioni. Ovviamente sulla decisione ha influito la crisi economica che ha lasciato lo Sheraton e le sue 640 (nonché 30 sale adibite a convegni ed eventi) praticamente vuote, stessa sorte riservata ai tre ristoranti dell’hotel di lusso.
I lavori all’hotel
Ma non finisce qui: approfittando della chiusura, la Larimar Rome Hotel Operations (società proprietaria dello Sheraton), ha deciso di iniziare i lavori di ristrutturazione dell’hotel, decisi in base a “improrogabili le necessità di eseguire radicali interventi di rinnovazione, restauro e manutenzione” per suites, camere, aree comuni e di ristoro, con pure l’ammodernamento di impianti, arredi e attrezzature”. “Si prevede una durata di 18 mesi durante i quali – scrive lo Sheraton – l’albergo non potrà riaprire al pubblico e la società non potrà contare su alcuna fonte di ricavo”.
La rabbia dei sindacati
“Sono due anni che ci occupiamo della questione, erano state paventate riqualificazione e rilancio della struttura invece adesso si comunica il licenziamento collettivo di oltre 160 persone. Di tutti i dipendenti. Troviamo questo epilogo inaccettabile” dichiara Roberta Valenti, segretario regionale della Uiltucs, a RomaToday– “La società potrebbe attendere la produzione normativa e far ricorso agli ammortizzatori sociali che saranno previsti fino alla riapertura senza licenziare nessuno, invece qui sembra che la strategia sia quella di azzerare tutto e ricominciare con assunzioni a basso costo, liberandosi dei lavoratori che hanno fatto la fortuna dello Sheraton”. “Noi non demordiamo, agiremo in tutte le sedi possibili. Quello dello Sheraton è un caso emblematico, purtroppo predittivo di altri comportamenti che potrebbero verificarsi sul territorio. Attenzioniamo anche le sorti dei dipendenti degli hotel Cicerone e Bernini. Non possiamo accettare questo ulteriore accanimento sui lavoratori del Turismo”, conclude la Valenti.
Ilaria Paoletti