Roma, 28 dic – Omicidio a Monterotondo, ucciso a coltellate il giorno di Natale. Questo il giorno in cui è stato ritrovato il cadavere di Constantin Horonceanu, scoperto da un volontario della comunità di Sant’Egidio.
Omicidio a Monterotondo, ucciso a coltellate il giorno di Natale
Per l’omicidio di Horonceanu, cittadino romeno di 39 anni, è stato sottoposto ad un decreto di fermo perché sospettato di omicidio volontario un connazionale. La scoperta del cadavere del 63enne è avvenuta la mattina del 25 dicembre: i carabinieri sono stati avvisati del rinvenimento da un volontario della Comunità di Sant’Egidio incaricato di portare il pranzo alla vittima. Ma una volta giunto nell’area della baracca dell’uomo, situata nelle campagne di Monterotondo, il volontario ha trovato l’uomo privo di vita.
Le cause della morte
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Monterotondo e quelli del nucleo investigativo del gruppo carabinieri di Ostia che, sotto la direzione del pubblico ministero di turno della Procura della repubblica di Tivoli, hanno constatato la morte dell’uomo. Second il medico legale è dovuta a tre coltellate nella zona toracica. L’esame autoptico ha confermato la causa della morte.
Il responsabile
Le indagini per trovare il responsabile hanno condotto ad un uomo, rintracciato nel suo alloggio di fortuna a Monterotondo, ove sono stati rinvenuti due coltelli compatibili con le ferite riscontrate in sede di esame autoptico. Le dichiarazioni raccolte dai carabinieri e quanto rinvenuto hanno indotto il pm di turno, in considerazione dei rilevati gravi indizi di colpevolezza e del pericolo di fuga dell’indagato, ad emettere un decreto di fermo eseguito dai carabinieri. Le cause dell’omicidio sembrano relative all’ambiente di grave disagio in cui versava il deceduto e a cui appartiene anche il 39enne fermato dai carabinieri. Sarà chiesta, oggi, la convalida del fermo al gip del tribunale di Tivoli che, nelle prossime 48 ore, sentito l’indagato, deciderà sulla convalida e sulla richiesta di misura cautelare in carcere.
Elisabetta Valeri