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I liquami del campo rom sversati in campagna. Intercettazioni choc: “Abbiamo vinto”

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rifiuti campo rom

Roma, 15 dic – I liquami del campo rom sversati in campagna. Intercettazioni choc: “Abbiamo vinto”. Due imprenditori incaricati di smaltire i rifiuti secondo le normative ambientali li ‘occultavano’ in terreni isolati o addirittura nella rete fognaria.

I liquami del campo rom sversati in campagna

Coinvolte 23 persone dipendenti a vario titolo, tutte dipendenti di una ditta dei Castelli Romani che si era aggiudicata l’appalto per il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti liquidi prodotti nel territorio di Aprilia e aggiudicataria di altri appalti con enti locali di Roma e provincia. L’inchiesta è stata condotta dagli investigatori della squadra mobile di Latina e del compartimento Lazio della polizia stradale. Nei giorni scorsi hanno eseguito otto misure di custodia cautelare per altrettante persone. Tra di essi c’è un imprenditore di origini calabresi di 51 anni, in passato già oggetto di due interdittive antimafia che avrebbe legami con la malavita organizzata.

Il traffico di rifiuti e i soldi ‘sporchi’

Secondo gli inquirenti il 51 anni l’uomo avrebbe gestito l’appalto di Roma Capitale per lo smaltimento dei rifiuti liquidi dei campi nomadi e quello di Acea Ambiente per fornire lo stesso servizio nell’impianto ex Kiklos gestito dalla società ad Aprilia. Ma i rifiuti in oggetto non finivano  negli appositi impianti, bensì nei pozzetti dell’azienda e in terreni circostanti. I proventi del traffico venivano poi reinvestiti per acquistare altre società. Per la procura il 51enne e un 53enne anche lui di Cosenza, sarebbe il “promotore, organizzatore e dirigente dell’associazione, che ha a disposizione in maniera occulta i mezzi e la struttura organizzativa delle aziende”. Il 51enne sarebbe “colui che tiene i contatti, gestisce gli introiti provenienti dallo sversamento illegale e stabilisce le tariffe, presiede alle operazioni di smaltimento illegale nei pozzetti e dispone la partecipazione a questa attività di propri operai o terze persone”. Ancora, l’imprenditore calabrese “gestire in prima persona i proventi derivanti dagli appalti e i rapporti con imprenditori, politici e amministratori utili allo scopo e le attività di intestazione fittizia e riciclaggio tramite l’utilizzo di società ad hoc costituite e numerosi prestanome”.

Intercettazioni choc: “Abbiamo vinto”

Le accuse per loro sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, commissione di delitti contro l’ambiente e truffa ai danni dello Stato. A presentare denuncia sono stati i responsabili di Acea Ambiente: gli investigatori hanno scoperto che i dipendenti della ditta falsificavano i timbri sui formulari di identificazione dei rifiuti per attestare la regolarità del ciclo di smaltimento ed essere in questo modo pagati da Acea Ambiente. E qualche dipendente di Acea se ne è accorto. “Prepara una bottiglia, Roma Capitale, l’abbiamo vinta, è nostra” si sente in un’intercettazione fatta dall’imprenditore nel 2017, quando si erano aggiudicati l’appalto per lo svuotamento delle vasche di rifiuti liquidi posizionate nei campi rom di Castel Romano e La Barbuta. “Un lavoro della Madonna, complimenti, è una cosa seria”, risponde un interlocutore.

Luciano Guido

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Luciano Guido, classe 1982. Appassionato sin da piccolo di fumetti, film e scrittura. Ama lo sport ed è particolarmente affezionato alla zona del litorale sud della Capitale

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