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Carocci dice no all’assessorato alla Cultura: “Il mio posto è al Piccolo America”

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Valerio Carocci, Foto di Alessandro Serranò
Valerio Carocci, Foto di Alessandro Serranò

Roma, 29 ott  – Valerio Carocci, portavoce e simbolo dei Ragazzi del Cinema America, nega di essere il prossimo assessore alla Cultura di Roma Capitale e lo fa con una nota stampa.

Carocci: “Non sarò assessore alla Cultura”

“No, non sarò il prossimo assessore alla Cultura di Roma Capitale, notizia rimbalzata in questi giorni sugli organi di stampa” scrive nella nota Carocci. “Il mio posto è al Piccolo America e al Cinema Troisi, qui voglio stare, ne sono convinto e felice”. “Ringrazio tutte le personalità, gli esponenti del mondo culturale, gli amici e i comitati di quartiere che hanno promosso il mio nome con entusiasmo e bellissime parole, che colpiscono dritte al cuore” scrive ancora “vi ringrazio perché danno la forza di proseguire il cammino, dopo oltre dieci anni senza sosta”.

“Non faccio politica per la poltrona”

“Ci tengo a esplicitare, ancora una volta, che quanto fatto finora non è stato mai mosso dal desiderio di ottenere una “poltrona” in questa città, dove faccio politica da oltre tredici anni” dice Carocci “non credo che una delega o un assessorato siano l’unico modo con i quali si possano rendere migliori i territori, insegnamento che mio padre mi ha sempre trasmesso”.

“Auguri a Gualtieri, collaboreremo con la nuova amministrazione”

“Mi auguro che Roberto Gualtieri, oggi Sindaco, abbia la forza di dar vita a una squadra giovane e creativa, perché l’ho conosciuto in più occasioni e ha una visione che ho apprezzato” dice Carocci  “noi saremo sempre a disposizione di chi vorrà valorizzare e mettere in rete con discrezione le energie spontanee e gli spazi sociali della Capitale, preservando lì indipendenza e libertà delle realtà sociali è fondamentale. Con questo spirito saremo felici di collaborare con la nuova amministrazione comunale”.  “Lo abbiamo detto anni fa e lo ribadisco oggi: le uniche poltrone a cui teniamo sono quelle del nostro cinema, e non parlo solo del Troisi, ma anche del Cinema America e di tutte le sale che rischiano di essere convertite in palazzine, casinò o centri commerciali”, scrive ancora nella nota. Ma non chiude la porta a possibilità future: ” Forse arriverà il giorno che il Piccolo America non avrà più bisogno di me e ci sarà la necessità di affrontare nuove sfide, ma quel giorno non è oggi”.

Ilaria Paoletti

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