Roma, 22 ott – La tragedia occorsa ad Alec Baldwin riporta qui in Italia alla memoria di quando il re degli spaghetti western Sergio Corbucci rimase cieco sul set. Il ricordo dell’evento nelle parole di Ricky Tognazzi: “Le armi sul set sono pericolose”.
Baldwin, quando il re dei poliziotteschi Corbucci rimase cieco sul set
“Purtroppo episodi come quello tragico accaduto ad Alec Baldwin sono possibili, e accadono più spesso di quanto si creda quando sul set si utilizzano armi” ricorda Ricky Tognazzi, figlio del grande Ugo e attore di lungo corso, cresciuto a pane e cinema. “Tutti ricordiamo quanto accaduto a Brandon Lee, ma in Italia l’amico Sergio Corbucci ad esempio, era rimasto mezzo orbo per un colpo caricato male, e io stesso una volta sono rimasto sordo per quasi un mese dopo che sul set partì per errore un colpo dal tetto da un’arma caricata male”.
“Quando vedo le armi sono teso”
Ricky Tognazzi commenta così con l’Adnkronos la tragedia accaduta sul set di ‘Rust’ in cui l’attore Alec Baldwin ha ucciso la direttrice della fotografia per un colpo partito accidentalmente dalla sua postola. “Sono cose che succedono continuamente perché sul set c’è questa eccitazione, questa adrenalina, e ogni tanto purtroppo si mette da parte la sicurezza -spiega Tognazzi, regista di film come ‘Boris Giuliano- Un poliziotto a Palermo’ e ‘La Scorta‘- Io sono sempre molto agitato quando vedo armi sul set. Quando vedo scherzare, quando vedo rilassatezza e ci sono armi in giro sono teso“. Adesso “fortunatamente si usano molto spesso i visual effects -prosegue l’attore e regista- Ma quando le armi sono reali bisogna stare attenti perché noi attori simuliamo la rabbia, e l’eccitazione del momento può essere pericolosa”. Per Tognazzi “l’effetto adrenalina è molto forte. E comprensibile, perché è un impeto artistico che sottende la volontà che la scena sia il più realistica possibile, ma si gioca letteralmente col fuoco“. Il cinema “da un lato ha la protezione garantita dalla finzione, ma dall’altra parte c’è la volontà dell’attore o del regista di essere il più veritiero possibile”.
Elisabetta Valeri