Roma, 15 ott – Viterbo, lupi venduti come cani: Procura “sequestra” 23 cuccioli.
Viterbo, lupi venduti come cani: Procura “sequestra” 23 cuccioli
La procura di Viterbo, guidata da Paolo Auriemma, ha sequestrato 23 esemplari e ha indagato i gestori dell’allevamento per aver violato le norme a tutela delle specie selvatiche. I cuccioli venivano venduti anche a 3mila euro.
L’indagine dei carabinieri
L’indagine dei carabinieri Cites nasce all’indomani delle segnalazioni di alcune persone che avevano acquistato i cani nell’allevamento. Secondo quanto riporta il Messaggero, un addestratore esperto, incaricato dai padroni di educare il cane, non era riuscito nell’intento: l’animale non rispondeva alle sue indicazioni e non assimilava alcun comportamento. Non solo: reagiva con violenza ai comandi.
Non erano bestie domestiche
L’uomo, di fronte a queste criticità, si è consultato con altri colleghi che hanno capito dove stava il problema: semplicemente, quella non era una bestia domestica, bensì selvatica. Era un lupo. Questa è la prima segnalazione, la seconda è arrivata da una donna, la quale sosteneva che il cucciolo in sua proprietà rifiutava assolutamente il cibo in scatola mentre si avventava famelico sulla carne cruda. Ne sono poi arrivate altre ai carabinieri Cites, cosa che ha spinto gli investigatori a compiere una serie di approfondimenti.
I cuccioli provenivano tutti dallo stesso allevamento. L’esame genetico, disposto dal sostituto procuratore Massimiliano Siddi per verificare di quale specie si trattasse, ha datun responso chiaro: un lupo perde le sue caratteristiche genetiche alla quarta generazione, spiegano gli investigatori. La fattrice dell’allevamento era un animale selvatico al 100% che veniva fatta accoppiare con dei cani lupo. La prima generazione quindi è di fatto un lupo, con tutti i rischi che questo comporta per chi l’acquista e anche per chi lo vende – nonché per gli animali che vengono a contatto col “falso cane”.
Elisabetta Valeri