Roma, 14 ott – Al grido di “Trieste chiama Genova risponde” i portuali del capoluogo ligure hanno accolto e condiviso la protesta dei colleghi triestini. Una manifestazione pacifica, poco osservata dai media mainstream ma sulla quale Vittorio Sgarbi ha acceso un potente riflettore grazie alla condivisione di un video sui suoi canali social, contribuendo così a smontare le accuse di fascismo dirette al movimento no Green pass.
Da Trieste a Genova: il tema è il lavoro
Il tema delle proteste non è il fascismo, non è lo scioglimento di Forza Nuova. Il tema al centro delle rivendicazioni no Green pass è sempre stato soltanto il lavoro: la libertà di lavorare senza alcuna coercizione sanitaria, come stabilisce la Costituzione. Un diritto reclamato a gran voce dai portuali di triestini che nei fatti gestiscono un hub logistico vitale per il commercio italiano ed europeo. La paralisi dei porti italiani più importanti, prima Trieste e poi anche Genova, apre scenari preoccupanti per l’economia italiana. Un grido che non può lasciare Draghi indifferente.
Schilirò, Sgarbi e gli altri: i big in favore dei portuali
Sono tanti i “big” della politica, dello spettacolo e della cultura che si sono espressi in favore dei lavoratori contro l’obbligo di esibire il certificato sanitario in ufficio. Tra questi ieri nella non-Arena di Giletti su La7 anche il vicequestore di Roma Nunzia Schilirò che ha definito i portuali “difensori della libertà contro le discriminazioni”, e soprattutto il sindaco di Sutri Vittorio Sgarbi. Tra gli animatori culturali più importanti d’Itali, Sgarbi ha sostenuto la protesta sin dai suoi albori, fino alla manifestazione dei genovesi.
Ma sostegno inaspettato ai no green pass era arrivato poche settimane anche dall’ “insospettabile” Maurizio Crozza con un monologo che non lasciava spazio a dubbi circa la posizione del comico genovese sul Green pass. Che dire poi della petizione contro l’obbligo di certificato verde all’università che ha tra i centinaia di firmatari anche il professore e storico Alessandro Barbero.
Una protesta sempre più trasversale, spogliata da ogni riferimento politico.