Roma, 26 ago – Una bufera imperversa da ieri su Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, che ha definito Giorno del Ricordo per i martiri delle Foibe una “falsificazione”. L’ira di FdI: “Infanga la memoria di migliaia di esuli istriani”.
FdI: “Montanari insulta martiri istriani”
“Dopo le gravi dichiarazioni del Rettore dell’Università degli Stranieri di Siena dove lo stesso definisce il Giorno del Ricordo per i martiri delle foibe e per gli esuli istriani giuliani e dalmati una falsificazione, FdI annuncia la presentazione di una interrogazione al Ministro dell’Università Cristina Messa” dichiarano in una nota i deputati di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti, responsabile dipartimento istruzione e Giovanni Donzelli responsabile nazionale organizzazione, primi firmatari dell’interrogazione.
“Dimissioni subito” per Montanari
L’interrogazione di FdI chiedere “la rimozione di Tomaso Montanari dall’incarico di Rettore. Non è possibile che chi infanga la memoria di migliaia di italiani infoibati dai comunisti di Tito mettendo in discussione il Giorno del Ricordo a loro dedicata possa ricoprire un incarico così prestigioso come quello di Rettore di un’università italiana”.
Roma e gli esuli istriani
A Roma, ricordiamo anche a Montanari, c’è il quartiere Giuliano Dalmata: nacque come Villaggio Operaio E42 per alloggiare gli operai impegnati nell’allestimento dell’Esposizione Universale di Roma (che originò il quartiere EUR), ma con lo scoppio della guerra gli operai abbandonarono le loro case che, dopo una breve occupazione anglo-americana, rimasero abbandonate. Nel 1947, dodici famiglie di profughi giuliani si insediarono nel villaggio, ribattezzandolo Villaggio Giuliano.
L’inaugurazione ufficiale e la consegna delle prime unità abitative agli esuli istriani, è avvenuta avviene il 7 novembre 1948 alla presenza dell’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri on. Giulio Andreotti e alla sig.ra De Gasperi, consorte dell’allora primo ministro in carica. Il fiumano Armando Chioggia, classe 1921 sposò nella piccola cappella del Villaggio la romana Fernanda Tombesi, quasi a volere suffragare ufficialmente l’unione della gente fiumana, istriana e dalmata con la accogliente città di Roma.
La targa in memoria delle Foibe
Nel 1955, in seguito all’arrivo di circa duemila profughi istriani e dalmati, assunse il nome attuale. Il 4 novembre 1961 fu inaugurato sulla via Laurentina, per volere dell’Opera Profughi, un monumento costituito da un masso carsico con incastonata la scritta “Ai caduti giuliani e dalmati” e gli stemmi delle città giuliano-dalmate di Pola, Fiume e Zara. Il 10 febbraio 2008, in occasione della celebrazione del quarto Giorno del ricordo (che Montanari definisce falsificazione), è stato inaugurato, su largo Vittime delle Foibe Istriane, un monumento commemorativo per le vittime dei massacri delle foibe.