Roma, 26 Ago – Dardano Sacchetti, sceneggiatore di successo ed inventore del personaggio der Monnezza, parla in un‘intervista rilasciata a Globalist.
Dardano Sacchetti e l’horror
Il soggettista molisano ha lavorato con i maestri del cinema di genere, come Mario e Lamberto Bava, Dario Argento, Lucio Fulci e Ruggero Deodato. Oltre ad essere da decenni una delle penne più interessanti dell’horror all’italiana, sono suoi infatti alcuni dei lavori originali dei registi appena citati, dobbiamo a lui l’ideazione del personaggio der Monnezza.
Lo spunto venne da Trinità
Come affermato nell’intervista, sono in tanti ad aver vantato crediti di paternità nei confronti di una delle figure più cult del cinema “poliziottesco”. L’idee era fin dall’inizio quella di ribaltare la trama sempliciotta di molti film di quel genere e puntare sull’ironia, attraverso un antieroe che prendesse spunto da Enzo Barboni e dal suo Trinità.
Il nome da una striscia sul Monello
Per il soprannome lo spunto venne da una striscia che compariva sul Monello o su L’intrepido, il cui protagonista era uno spazzino americano. Il personaggio portava un cappello con scritto “trash” con la esse rivoltata, proprio nei giorni in cui usciva nelle sale l’omonimo film prodotto da Warhol, con Joe D’Alessandro come protagonista.
Milian rubò le caratteristiche der Monnezza
Nella scrittura della sceneggiatura “rimaneggiai un tormentone di una vecchia Canzonissima con Manfredi, Panelli e Delia Scala. Aggiunsi parecchia ma parecchia vodka e oplà, il gioco fu fatto”. Secondo Dardano Sacchetti l’unico a non capire il personaggio fu Umberto Lenzi, che amava l’azione dura e pura e non aveva il senso dell’ironia. Uno che invece “aveva capito tutto” fu proprio Tomas Milian, che poco per volta rubò le caratteristiche salienti del personaggio per trasporle su Nico Giraldi
Legame tra uomo e personaggio
L’autore, che intrattenne con Milian un’amicizia personale, cercò di opporsi ma senza trovare appigli. Avrebbe forse dovuto registrare il personaggio come opera teatrale, ma era così inscindibile dalla verve artistica dell’attore, da legare l’uomo e il personaggio.