Roma, 25 ago – “Se non mi dai tu i soldi me li prendo da solo”: con queste parole il rapinatore seriale della ha seminato il panico per settimane tra Roma e la zona Lido.
Le indagini sono partite da una rapina perpetrata l’8 agosto ai danni di 3 ragazzi, le indagini della Polizia di Stato che hanno portato all’arresto T.M.A.A., 25enne romano di origini straniere. Le vittime avevano raccontato agli agenti del X Distretto Lido di Roma, diretto da Antonino Mendolìa, di essere state avvicinate da un ragazzo che, inizialmente, gli aveva chiesto del denaro ma che poi, al loro rifiuto, aveva tirato fuori un coltello e li aveva minacciati dicendogli: “Se non mi dai tu i soldi me li prendo da solo”. Dopo aver ottenuto quanto richiesto, si era velocemente dileguato. Grazie alle descrizioni fornite in quella circostanza e al modus operandi, gli investigatori hanno collegato T.M.A.A. ad una successiva rapina avvenuta il 18 agosto: stavolta, afferrando con la mano il collo di un giovane e puntandogli la lama del coltello sul fianco, dopo averlo immobilizzato, gli aveva strappato la catenina d’oro ed era corso via.
Incastrato dall’identikit
Organizzati degli appostamenti nei luoghi frequentati dal sospettato, i poliziotti in borghese lo hanno rintracciato su Lungomare Toscanelli e, qualificatisi, gli hanno chiesto i documenti: il 25enne ha cercato di divincolarsi e di fuggire e, quando è stato bloccato, ha spintonato gli agenti mordendone uno al braccio e ferendone un altro all’avambraccio e alla mano. Arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, T.M.A.A., che a suo carico ha svariati precedenti di polizia, è stato inoltre sottoposto a fermo per rapina.
Altri rapinatori seriali, questa volta di moto, sono stati fermati durante un servizio di controllo del territorio, in flagranza di reato. Si tratta di C.L. e J.L., fratelli originari del Gambia rispettivamente di 33 e 24 anni, entrambi con precedenti, responsabili di furto aggravato in concorso tra loro. I 2 sono stati sorpresi alle 3.40 in Via Gioberti, all’angolo con via Giolitti, mentre rubavano una moto: il fratello più grande aveva messo in moto il mezzo con i fili, dopo aver divelto la scocca in plastica a protezione dell’impianto di accensione; il più piccolo invece la sorreggeva tenendola per il bauletto posteriore.