Roma, 20 Ago – Il presidente dell’associazione romana dei vigili urbani (Arvu), Mario Cordiva, se la prende con le biciclette appena consegnate alla Municipale da Virginia Raggi.
Bici elettriche ai vigili urbani
Lo scorso 11 agosto, il sindaco Raggi aveva mostrato entusiasticamente, attraverso il suo profilo Facebook, l’acquisizione, da parte del comune di Roma, di 10 biciclette a pedalata assistita in comodato d’uso alla Polizia Locale. Subito si era scatenata l’ironia degli utenti social riguardo alla linea ‘non proprio sportiva’ e all’aspetto ‘non proprio marziale’ dei mezzi.
“Umiliante con il canestrello”
Interviene ora Mauro Cordova, presidente dell’Arvu, che va giù duro contro questi mezzi dalle forme oltremodo gentili e prive di canna orizzontale. Sarebbe un mezzo di trasporto «umiliante, con il canestrello. Un mezzo adatto forse per le casalinghe, certo non per gli agenti in divisa». E via tuonando: «Il Comune ci ha messo alla berlina, a questo punto potevano darci un pedalò per sorvegliare Ostia».
Gratis ma a che prezzo?
Se è vero che queste bici non hanno rappresentato un peso per i contribuenti, in quanto prestate in comodato d’uso gratuito da un’importante azienda di micromobilità, è anche vero che i ritocchi per adattarle alle esigenze della Municipale sono stati minimi, limitandosi ad un adesivo con il logo e i colori dei vigili urbani.
Pronto un esposto al Prefetto
Il telaio è rimasto rosso, come quello delle bici a noleggio, e questo, rappresentando una «palese violazione dell’articolo 16 della legge Regionale 1/2005, che prevede che i mezzi di servizio debbano corrispondere a determinati criteri e colori”, darebbe all’associazione dei vigili la possibilità di spedire un esposto al Prefetto di Roma con cui chiedere il «fermo cautelativo dei mezzi».
Donare a qualche casa famiglia
Nessuno, in ogni caso, queste bici le vuole buttare. Nemmeno l’Arvu: «La sindaca ritorni sulla sua decisione – la lettera si conclude così – e doni in regalo questi mezzi a pedalata assistita a qualche casa famiglia o ente similare, togliendoci però dall’imbarazzo di circolarci sopra».