Nel mirino degli investigatori di Bruxelles è finita la Universalcert (ente turco che rilascia i certificati di conformità con il numero CE2163) per la vicenda delle mascherine Ffp2 difettose e delle certificazioni extra Ue: per questo l’azienda finisce nel mirino dell’ufficio Antifrode dell’Unione europea (Olaf), in particolare dopo una denuncia arrivata dalla Germania che segnalava anomalie della società turca che negli ultimi mesi avrebbe avuto un’attività di certificazione molto intensa.
Ora, grazie ai test svolti, la scoperta che molte delle mascherine con il marchio CE2163 non proteggono e l’antifrode ha esteso la propria indagine. Il paradosso è che a ricorrere a questa certificazione non sono solo le aziende asiatiche, ma anche imprese europee ed italiane.
Ora l’Olaf vuole vederci chiaro e acquisirà i test sulle mascherine realizzati facendo analizzare le mascherine in vendita nei supermercati e nelle farmacie italiane. Il risultato delle verifiche è stato sconcertante: la maggior parte dei dispositivi di protezione non ha superato il test del cloruro di sodio e della paraffina (per verificare il filtraggio) e, in alcuni casi, nemmeno quello del contenimento del respiro. Ora che sul mercato ci sono migliaia di mascherine inefficaci, spetterà all’Olaf chiarire se la responsabilità è di alcuni produttori o della Universalcert che, nelle comunicazioni con i propri clienti che chiedevano delucidazioni, ha ribadito la correttezza delle proprie procedure di controllo sostenendo di essere vittima di un complotto orchestrato da aziende concorrenti.