Il presidente della Figc Gabriele Gravina si è presentato allo Spallanzani di Roma con 600 palloni da donare al personale sanitario dell’istituto. Un gesto simbolico rappresentativo di tutto il mondo del calcio per dire “grazie” dell’operato che ha messo a dura prova medici, infermieri e operatori sanitari in questi mesi segnati dalla pandemia di Covid-19.
Una visita che rinnova la collaborazione avviata con l’ospedale romano durante il primo lockdown. “Oggi diciamo il ‘grazie’ di tutto il mondo del calcio a tutti gli operatori sanitari. Siamo grati a questa struttura come a tutte quelle del nostro Paese – ha detto Gravina consegnando anche una maglia Nazionale con la scritta ‘Spallanzani’ e il numero 10 sulle spalle – Già da febbraio-marzo dello scorso anno abbiamo sostenuto l’Istituto con tutte le nostre iniziative, cercando di far convergere sullo Spallanzani il nostro contributo per la ricerca sui vaccini e per contrastare questa pandemia”.
“In questo momento molto critico, dove si parla di terza ondata, di varianti, vogliamo ancora una volta essere qui con tutti gli operatori sanitari perché dobbiamo a loro tanta riconoscenza. Un grazie di cuore a tutti per aver voluto dare, con grande spirito di abnegazione, il loro contributo”. Gravina, poi, ha ringraziato il direttore sanitario Francesco Vaia “per aver voluto collaborare con la nostra commissione medica federale per la stesura del nostro protocollo e individuando una serie di precauzioni per svolgere la nostra attività”. “La Figc è già stata vicina allo Spallanzani nei mesi scorsi con un contributo importante di oltre 100mila euro. Io sono un narratore di gesta, le gesta che compiono i miei colleghi: questi bravissimi medici, infermieri e tutto il personale. Il loro lavoro quotidiano ci ha fatto diventare sempre più eccellenza italiana se non europea”, ha detto il professor Vaia nel corso dell’evento.
Adesso la sfida è accelerare sul piano dei vaccini: “Se lo faremo, potremo tornare a godere lo spettacolo dello sport ma anche della cultura, e riappropriarci della nostra vita”, ha detto ancora Vaia, che ipotizza anche la creazione di un hub per lo sport. “È auspicabile. Abbiamo fatto tanti hub nella città, penso sia giusto che la sanità di prossimità vada anche verso lo sport”, ha detto il direttore sanitario. Un’ipotesi che trova d’accordo anche Gravina: “Il mondo del calcio ha una sua organizzazione sanitaria che noi mettiamo a disposizione. Non vogliamo prevaricare quello che è un ordine prestabilito delle nostre autorità di governo, ma sappiamo che abbiamo una potenzialità che mettiamo a disposizione, anche con sacrifici di natura economica e finanziaria. Con il nostro milione e 300mila tesserati – ha concluso il numero uno della Figc – possiamo accelerare il processo della vaccinazione”.