A seguito dell’ultima seduta di commissione da lei presieduta, la grillina ha esposto, partendo dal caso del Cinema Azzurro Scipioni pronto a chiudere i battenti per i mancati incassi nel periodo Covid, la grande crisi vissuta dalle sale cinematografiche della Capitale. Ha parlato a grandi linee delle necessità di riorganizzare le sale e di come ovviare al fenomeno della disaffezione al grande schermo, conseguenza della fruizione di prodotti audiovisivi delle piattaforme digitali nei periodi di lockdown, per poi proporre un tavolo di confronto con i rappresentanti del settore ed eventualmente studiare “dei sistemi di premialità – ha dichiarato – per quei produttori e distributori che decidono di portare i film prima sul grande schermo e solo dopo sui network digitali”.
Troppi annunci e poco contenuti per i rappresentanti del settore. La reprimenda è arriva subito e di quelle che lasciano il segno. “Ieri avremmo voluto conoscere un piano concreto di interventi che Roma Capitale avrebbe destinato a sostegno dei Cinema e dei Teatri romani per accompagnare la loro riapertura – scrive Anec Lazio affidando ai social lo sfogo – avremmo voluto sapere se l’Amministrazione è disponibile ad attività di rilancio come quelle che abbiamo proposto: 1) campagna di comunicazione per il ritorno in sala, 2) formazione del pubblico giovanile e iniziative rivolte ai giovani, 3) semplificazioni burocratiche, 4) agevolazioni fiscali relative alle imposte comunali”.
Da qui la domanda delle domande: “Esiste un piano di sostegno e rilancio di Roma Capitale per i cinema?”. Poi ancora l’associazione ricorda il libro di Roma Capitale “Culture e Città”, che “in 17 capitoli analizza le politiche culturali del Comune dal 2016 a oggi sottoscritto da Lei, dal Sindaco Virginia Raggi e dall’ex-Assessore alla Cultura” dove “non c’è una singola parola sui Cinema di Roma e sulla funzione che svolgono dal punto di vista della crescita culturale della nostra città”. Tanti proclami per nulla, è il messaggio.