Gli studenti bocciano l’ipotesi – trapelata dal tavolo del confronto che il premier incaricato Draghi sta avendo in questi giorni con le forze politiche – che vorrebbe un prolungamento dell’anno scolastico fino a fine a giugno, per consentire di recuperare il tempo perduto negli scorsi mesi tra chiusure e didattica a distanza. A farlo emergere un sondaggio del portale Skuola.net – con protagonisti 1800 alunni di medie e superiori – che mostra come a più di 8 ragazzi su 10 la proposta proprio non vada giù.
Per l’82%, infatti, tre-quattro settimane in più di lezione servirebbero a poco. Alla fine, perciò, ad approvare uno scenario del genere è appena l’8%, mentre una quota simile non si sbilancia. E se il nuovo governo decidesse comunque di andare avanti per la sua strada, tagliando una parte di vacanze? Quale sarebbe la soluzione migliore per gli alunni? Solo 1 su 4 si sacrificherebbe andando a scuola per tutto giugno. Meglio, semmai, cancellare la sosta di Pasqua e fare giusto qualche giorno in più a ridosso dell’estate: la pensa così il 45%. Ma non sono pochi – circa 1 su 3 – quelli che pensano sarebbe più facile organizzarsi per far partire in anticipo (tra fine agosto e inizio settembre) il prossimo anno scolastico, mantenendo fermo il calendario di questo.
Ma il prolungamento della scuola, oltre a scatenare le proteste degli studenti (e non solo le loro), potrebbe innescare un effetto a catena, portando allo slittamento in avanti anche dell’esame di Maturità. All’incertezza sulla formula (di cui ancora non si sa nulla) si aggiungerebbe un’altra incognita. C’è già chi parla di esame a luglio. Un’ipotesi, questa, che ancora una volta incontra i favori di una esigua minoranza: solamente il 16%. Per il 72%, invece, le date della Maturità andrebbero confermate qualsiasi cosa accada; per il 12% giugno o luglio non fa differenza.