Home Cultura M5S boccia la delibera proposta dai cittadini sul regolamento beni comuni: “Irricevibile”

M5S boccia la delibera proposta dai cittadini sul regolamento beni comuni: “Irricevibile”

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Alla fine è arrivata la bocciatura. Con 24 voti contrari contro 18 favorevoli, la delibera di iniziativa popolare della Coalizione per i beni comuni è stata bocciata dall’Aula Giulio Cesare. La proposta, nata con l’intento di favorire la collaborazione tra cittadini e l’amministrazione nella gestione dei beni comuni, era stata sottoscritta da 15mila firme e appoggiata da 186 realtà sociali. Il provvedimento era stato presentato nel 2018 ma è approdato in Consiglio solo a ottobre. Dopo due votazioni concluse in parità, nel corso della seduta di ieri, arrivata in seconda convocazione perché venerdì era saltato il numero legale, è stata bocciata.

A spiegare i motivi della bocciatura da parte della maggioranza pentastellata è stato il presidente della commissione Patrimonio, il consigliere M5S Francesco Ardu: “La delibera è semplicemente irricevibile”, ha scritto su Facebook. “Questa volta, in terza votazione, abbiamo deciso di votare contro, per le motivazioni che abbiamo già ampiamente ribadito in commissione e in Consiglio, ossia la totale mancanza di evidenza pubblica che, per inciso, gli altri regolamenti sui beni comuni adottati altrove hanno”.

A sostegno della proposta si è schierata la consigliera regionale Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti: “Avevamo chiesto un gesto di coraggio al M5S capitolino che continuava a far mancare il numero legale e ora si è palesato votando incredibilmente no alla delibera popolare sul nuovo regolamento per i beni comuni. Una grande occasione persa per la Capitale per l’incapacità politica di chi l’amministra. L’occasione per dare a questa città, che si sta sgretolando sotto i nostri occhi, un regolamento che individui le diverse responsabilità e la presa in carico di beni comuni da parte della cittadinanza attiva. Sembra incredibile che i consiglieri pentastellati non sappiano che questa è una questione normata dalla Regione più di un anno fa ma che ora, senza una regolamentazione del Comune, non può essere pienamente adottata”.

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