
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, sono indagati dalla Procura di Roma per la vicenda delle nomine nelle Asl, avvenute nel 2019, sollevata da un esposto di Fratelli d’Italia: nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, sono coinvolte altre 7 persone e si ipotizza il reato di abuso d’ufficio.
Fra gli indagati – stando a quanto riporta Adnkronos – figurano anche Andrea Tardiola, segretario della giunta della Regione Lazio, Renato Botti, all’epoca dei fatti responsabile della direzione della Salute della Regione Lazio e Vincenzo Panella, direttore generale dell’Umberto I.
Sulla vicenda il 12 agosto 2019 Antonio Aurigemma, consigliere regionale FdI, aveva presentato un’interrogazione a seguito della quale il gip di Roma ha disposto una proroga delle indagini su richiesta della Procura.
In una nota Fratelli d’Italia attraverso i rappresentanti Federico Mollicone e Fabrizio Ghera, rispettivamente deputato eletto nella circoscrizione Lazio 1 e capogruppo di FDI in Regione Lazio, spostano l’attenzione anche sul Movimento 5 Stelle: “Il ragionamento del Movimento 5 Stelle sia simmetrico, se non si governa con Cesa perché indagato, allora il pensiero valga anche per Zingaretti, segretario del PD e presidente della Regione Lazio indagato per abuso d’ufficio. Fermo restando il nostro garantismo, per cui indagato non significa condannato, per coerenza i grillini dovrebbero sciogliere l’alleanza con il Pd e andare al voto, restituendo la voce agli italiani e dando finalmente alla Nazione un governo coeso e autorevole”.