Materassi, metalli, plastiche ed addirittura bombole del gas. E’ stato trovato di tutto tra la vegetazione ripariale di Marconi. Una discarica a cielo aperto che, con le piogge, rischia di essere trascinata in acqua.
All’altezza di lungotevere di Pietra Papa si cominciano ad accumulare nuovi rifiuti. E’ lì, ha fatto sapere Piergiorgio Benvenuti, presidente di EcoItaliaSolidale, che “si sta ricreando una vera e propria baraccopoli”. I ricoveri di fortuna, ricavati tra i canneti, sono stati allestiti in un’area che, ha spiegato Benvenuti, già numero uno di Ama, corre “parallela alla ciclabile”. E quindi occorre intervenire perchè, ha ribadito il presidente di EcoItaliaSolidale “I rifiuti abbandonati intorno la baraccopoli o si smaltiscono con i vari incendi oppure, in caso di piena del Tevere, vengono trascinati via dalla corrente”. Una previsione tutt’altro che infondata.
L’ultima piena del fiume, come ampiamente documentato, ha finito per trasportare una grande quantità di rifiuti fino alla foce di Fiumicino. Le barriere “acchiappa plastica” che la Regione Lazio ha fatto sistemare lungo il Tevere, quando il fiume si ingrossa, tendono ad aprirsi. Un meccanismo pensato per impedire l’effetto diga. Ma che, inevitabilmente, neutralizza l’azione di contenimento che questi disposti da questi dispositivi galleggianti. Il risultato quindi è che, con le piogge, i rifiuti vengono trascinati in acqua e da lì finiscono in mare aperto, con tutte le conseguenze intuibili in tema di inquinamento delle acque. Oppure, per effetto delle correnti, si spiaggiano sulla costa del vicino comune aeroportuale.
Per impedire che anche i nuovi rifiuti, inevitabilmente prodotti dall’accampamento segnalato, possano finire nel Tevere, occorrono soluzioni strutturali. Oltre al controllo delle sponde e la rimozione dei rifiuti, ha sottolineato Benvenuti, “serve anche la valorizzazione dell’area anche con il contributo di cittadini, associazioni e comitati, ad esempio realizzando un’area giochi ed un’area per i cani”. Opzioni che potrebbero funzionare da deterrente alla nascita di nuovi insediamenti. Soluzioni utili, quindi, per mitigare l’impatto ambientale che i rifiuti lasciati sulle sponde inevitabilmente finiscono per comportare