Il Lazio è in zona arancione con bar e ristoranti che possono effettuare solo servizio di asporto (fino alle 18) e domicilio, una situazione che rischia di mettere ancora più in crisi i ristoratori romani, già vessati dal calo del turismo e dallo smartworking. A lanciare l’allarme anche Coldiretti che in una nota spiega: “Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – si ripercuotono sull’intera filiera agroalimentare. Le disdette di prodotti che come il vino, l’olio, ma anche la pesca i salumi, i formaggi, frutta e verdura, ha pesato fortemente sul calo dei consumi alimentari, causato dall’impossibilità di mangiare fuori casa. Alcuni di questi settori, come quello vitivinicolo e ittico, rappresentano, inoltre, il principale canale di commercializzazione per fatturato”.
I consumi alimentari non hanno mai subito il calo registrato solo nel 2020 con un fatturato dimezzato per i ristoranti e praticamente azzerato per gli agriturismi che nel primo lockdown sono stati costretti alla chiusura.
“Servono aiuti immediati ed adeguati per salvare l’occupazione e l’economia dell’intera filiera – aggiunge Granieri – che è stata fortemente penalizzata dalle limitazioni alle attività di impresa. Ribadiamo, inoltre, l’importanza di prediligere i prodotti Made in Lazio per sostenere il nostro mercato e aiutare le aziende locali, che contribuiscono a tramandare i sapori e le tradizioni della nostra regione”.