Furto aggravato, procurata evasione, ricettazione, detenzione di esplosivi. Questi alcuni dei reati contestati ad un uomo, di etnia Sinti, sottoposto a fermo la scorsa notte dai Carabinieri del Gruppo di Frascati. L’arrestato, S.H. di 33 anni, è il capo di una banda diventata il terrore dei bancomat e delle casse continue di Roma e provincia: spaccate ed esplosioni erano la loro specialità, grazie a cui sono riusciti mettere a segno numerosi colpi.
Il modus operandi era sempre lo stesso, rubavano prima una macchina di grossa cilindrata dai vari concessionari della Capitale, a cui cambiavano targa utilizzandone altre rubate da auto parcheggiate per la strada e poi, a bordo di esse, si dirigevano verso l’obiettivo stabilito. La banda era capace di colpire più volte nel corso di una stessa notte. L’azione era sempre fulminea, in pochi minuti i soggetti arrivavano sull’obiettivo, sradicavano il bancomat e poi la fuga, toccando picchi di velocità superiori ai 200 km/h.
A tradire l’uomo sono stati i vestiti indossati, sempre gli stessi, che hanno permesso ai Carabinieri di comprendere che dietro i numerosi furti avvenuti nei mesi a cavallo tra il lockdown e l’inizio dell’estate la regia era unica. Una minuziosa attività di indagine ha permesso di risalire alla base operativa del gruppo, rivelatasi poi l’abitazione del fermato. Sette bancomat, un centro commerciale, quattro autovetture, uno scooter ed un carroattrezzi: questi i furti scoperti dai Carabinieri in soli due mesi di indagini. Rinvenuti inoltre tutti gli attrezzi usati per le rapine nella casa dello stesso: due radio ricetrasmittenti, due dispositivi Jammer per inibire le frequenze, un verricello elettrico con cavo in acciaio per trainare i bancomat, un martello demolitore a batteria, passamontagna ed attrezzi vari per lo scasso.
Dopo l’arresto, una volta giunti in caserma per le formalità di rito, nel corso delle operazioni di foto-segnalamento ed identificazione, i Carabinieri hanno riscontrato che sull’uomo pendeva un Mandato di Arresto Europeo emesso dalla Francia per reati che lo stesso ha commesso in passato in quello Stato; gli atti sono stati trasmessi alla Corte d’Appello in attesa dei successivi sviluppi della vicenda riguardante l’arrestato su cui pende la richiesta di estradizione della Francia per saldare i suoi debiti con la giustizia transalpina.