(di Matteo Dionisi) James Pallotta fissa data e prezzo per vedere la sua Roma: 570milioni di euro entro il 31 agosto e lui uscirà di scena. Il presidente americano, pressato dai soci, è pronto a vendere il club che ha guidato, a distanza, per 10 anni. Le cretiche e soprattutto il bilancio in rosso preoccupa, e l’unica cosa che ha fatto ancorare Pallotta in questi mesi alla società giallorossa è solo una questione: lo stadio. Il progetto di Tor di Valle è da tempo in attesa di una svolta che potrebbe arrivare dopo l’estate anche se l’accelerazione della sindaca Raggi profuma più di campagna elettorale che di reale convinzione. La Roma, progetto incluso, è comunque in vendita e probabilmente il passaggio di mano avverrà prima dell’inizio della prossima stagione.
FRIEDKIN – L’unica trattativa ad oggi riconosciuta alla luce del sole (e mai conclusa), è quella con il magnate texano della Toyota, Dan Friedkin. L’imprenditore ha presentato due offerte: una prima e una dopo il lockdown causato dal Covid. La seconda ha fatto arrabbiare Pallotta che ora però potrebbe ripensarci e tornare a trattare. L’offerta da 490 milioni resta quella, ma cambiano le modalità di pagamento non più dilazionato ma immediato: detta più precisamente, cash. A quei 490 milioni se ne aggiungerebbero circa 90 per la campagna acquisti di settembre che ripartirebbe dalla conferma di Zaniolo e anche Lorenzo Pellegrini che non sta brillando ultimamente. Una cifra considerevole, ma non basta visto che buona parte servirà per coprire i debiti. Pallotta ne chiede circa 80 di più, ma la trattativa è calda e ci si potrebbe incontrare a metà strada. Prima però Friedkin vuole capire se corre da solo oppure no.
ALTRI – In queste settimane calde, anzi caldissime, la Roma è stata offerta da Goldman Sachs a più soggetti. Tra questi c’è una cordata sudamericana (quella che vorrebbe portare il matador Cavani) con sede in Ecuador – si mormora sponsorizzata da Franco Baldini – ma i dubbi sulla composizione della stessa stanno frenando i colloqui. Poi ci sono altre due piste: una che porta in Medio Oriente e una in Bahrein. La prima risponde all’emiro del Kuwait Fahad Al-Baker, amico tra gli altri di Massimo D’Alema, che però dopo un timido interesse sembra averci ripensato ed è tornato sui suoi passi. Poi c’è la pista del Bahrein (non quella di Formula 1) che, secondo Il Romanista, avrebbe mosso i primi passi tramite un intermediario. Quel che è certo è che i 500 milioni cash paventati da qualche media per il momento rispondono solo al nome di Dan Friedkin.