Stato di agitazione dei lavoratori del Teatro di Roma – sotto la cui egida ci sono Argentina, India, Torlonia e Teatro del Lido di Ostia). I lavoratori, attraverso la Libersind-Confsal, quarta federazione sindacale che riunisce i lavoratori di spettacolo, radio, tv e e teatri mettono in mora la gestone del teatro di Roma e denunciano “l’attuale situazione di grave confusione gestionale nel quale da troppo tempo è caduto il Teatro di Roma”.
Niente integrazione salariale con la cassa. Ma non solo “Potremmo dire che la parte economica non è quella più importante della nostra vertenza – spiega al CorSera Marco Cuppoletti, vicesegretario nazionale di Libersind-Confasal -. Quello che davvero ci preoccupa è che non vediamo la ripartenza del Teatro di Roma. Non vediamo il futuro. Non ci sono scelte di valorizzazione delle professionalità interne, come dimostrano i due consulenti esterni scelti e pagati a peso d’oro per le due strutture». Nella denuncia sindacale, che annuncia lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari e la gestione di un pacchetto di varie giornate di sciopero da pianificare, si parla di «affossamento del buon nome del Teatro di Roma, in particolare dell’India, ove vengono proposti incontri radiofonici e spettacoli di livello men che amatoriale e baby club da villaggio turistico”.
Sempre stando a quanto dice il sindacato tra le preoccupazioni dei tecnici c’è “la ventilata nomina di un direttore operativo, un’altra figura esterna che inciderebbe profondamente sul lavoro dei colleghi e che si innesta nel percorso di non guardare mai all’interno della struttura. Sembra che, più che pensare al rilancio, il nostro teatro è diventato un terreno di conquista per nuove nomine. Il teatro si fa con gli artisti, ma anche con il palcoscenico ma sembra che questo qualcuno lo stia dimenticando. Danneggiando in primis proprio il Teatro di Roma e la sua grande storia”.