La classifica degli atenei Censis torna puntuale come ogni anno. Nel Lazio, similmente come lo scorso anno, La Sapienza si piazza al quarto posto tra i ” mega atenei” (quelli con più di 40mila iscritti) e la Luiss al primo posto per quello che riguarda gli atenei privati di media grandezza ( da 5000 a 10mila iscritti).
Ma la fotografia del 2020 va oltre alla lista delle migliori università italiane. Come la crisi del 2008 portò a un – 8,4% sulle iscrizioni, la pandemia sta già mostrando i suoi effetti con una flessione rispetto allo scorso anno dello 0,7% sulle immatricolazioni. Ma il Centro studi investimenti sociali avvisa che si potrebbe arrivare a “un arresto dei flussi degli studenti residenti all’estero immatricolati nelle università italiane ” che ” priverebbe i nostri atenei di una componente pari all’1,7% ” . Un dato che rischia di penalizzare università come La Sapienza, la più grande d’Europa con una popolazione di 113.494 studenti e un tasso di stranieri pari all’ 8,1% ( 9.234 studenti nell’anno 2019).
Ma passiamo alla classifica. Come anticipato, con 1,4 punti in più La Sapienza conferma la quarta posizione tra i mega atenei italiani dopo Firenze, Padova e Bologna, che si conferma nuovamente al top. Similmente allo scorso anno è il dato sull’accessibilità alle borse di studio, ossia quello relativo a “contributi spesa degli atenei e degli enti del diritto allo studio per interventi a favore degli studenti e borse di studio/ premi di laurea/ premi di studio con finanziamento da parte di privati/ totale degli iscritti ” , a staccare nettamente: 109, contro gli 83 di Bologna. E sale di 6 punti anche il dato “occupabilità”, quest’anno giunto a quota 90. Stabili i dati rispetto ai servizi, le strutture e l’internazionalizzazione.
Scalata di due posizioni per l’Università di Tor Vergata, che dall’ 11° posto dello scorso anno si posiziona al 9° tra i “grandi atenei statali” ( da 20mila a 40mila iscritti): ad impennarsi è il dato sulle ” comunicazioni e servizi digitali” (da 82 punti dello scorso anno a 96 del 2020), che dimostra come la più scientifica tra le statali romane sia anche quella con la maggior capacità di adattarsi alla didattica a distanza. Roma Tre invece resta stabile al 14° posto nella medesima classifica.
Ma se per quello che riguarda le istituzioni statali, Roma non arriva al podio, non è lo stesso per le università private: i medi atenei vedono nuovamente una battaglia tra la Luiss e la Lumsa di Roma. Quest’anno in testa è la Luiss, con un punteggio totale di 94,6 punti seguita dalla Lumsa con 89,2 punti. E per quello che riguarda i piccoli atenei non statali (fino a 5000 iscritti), la sorpresa è l’Università del Campus Biomedico che dalla 7° posizione dello scorso anno schizza alla 4°. Nel Lazio vanno forti i privati? Solo in capitale: basta andare in provincia per trovare l’Università di Cassino e della Tuscia rispettivamente al 6° e all’8° posto tra i piccoli atenei statali.