Poeta e scrittore. Si chiama “La Cinquecento Blu” il primo romanzo di Alessandro Cappella. Sei racconti, storie di vita di tutti i giorni fra lavoro, famiglia, viaggi ed amicizia che l’autore, originario di Olevano Romano ma romano d’adozione, ha trasformato nella sua prima opera letteraria.
Sei storie, ognuna con una propria vita, un proprio sentimento, le curiosità e l’attesa di sapere come finiranno le avventure dei personaggi raccontati dall’autore descritti nel dettaglio con una prosa semplice, verace.
Alla base di tutto il lavoro e le persone esenti dai ritmi dell’attuale società della comunicazione, dove i rapporti si vivevano faccia a faccia, dopo lunghe attese e viaggi, nei quali si poteva fantasticare e ragionare senza essere distratti dagli stimoli e dagli input frenetici dell’attuale società.
Alessandro Cappella nasce il 17 luglio 1942 a Olevano Romano, in provincia di Roma. Vive in Paese fino al 1961, dopodiché si trasferisce a Roma insieme alla propria famiglia. Già nell’età scolastica dimostra una forte propensione per la letteratura e la poesia, i suoi componimenti vengono letti in classe dal professore. Sul finire degli anni sessanta pubblica qualche breve lavoro di poesia su antologie di autori emergenti. C’è poi una lunga pausa dovuta agli impegni lavorativi e, solo sul finire degli anni novanta, riprende a praticare la sua antica passione di scrittore e di poeta, che si concretizza nella pubblicazione di una raccolta di poesie dialettali intitolata “Paese mé”. Riprende anche a scrivere in Italiano, partecipando a concorsi letterari e collaborando a riviste ed antologie. La presente opera rappresenta il suo primo libro di narrativa.