Dopo i 165 bengalesi anche alcuni cittadini peruviani sono stati respinti alla frontiera per motivi sanitari e rimandati indietro.
In 11, arrivati a Fiumicino ieri con un volo proveniente da Madrid, sono stati sottoposti a termoscanner e sono risultati tutti senza febbre. Sistemati in isolamento in una camera di accoglienza, sotto il controllo degli uomini della Polaria e assistiti dal personale aeroportuale, i cittadini peruviani sono stati rimpatriati questa mattina.
Il Perù rientra tra i 13 paesi a rischio per i quali l’Italia ha bloccato i voli a causa dell’emergenza coronavirus. Il provvedimento, per ora, è valido fino al 14 luglio ma il ministro della Salute Roberto Speranza, che martedì relazionerà in Parlamento sulle nuove misure che il governo intende adottare ( a cominciare dal prolungamento dello stato di emergenza fino alla fine dell’anno), reitererà certamente il divieto di ingresso con voli diretti e indiretti per i 13 Paesi della black list che potrebbe anche aumentare.
“220 mila contagi Covid in un solo giorno a livello mondiale. Mai prima un numero così alto in sole 24 ore. Questo – scrive Speranza – ci dice che non è vinta e che serve ancora attenzione da parte di tutti. Dobbiamo continuare a seguire la linea della prudenza e della gradualità.”
Sono migliaia gli stranieri, con regolare permesso di soggiorno e contratto di lavoro in Italia, che sono rimasti bloccati in questi giorni soprattutto in Bangladesh, Moldavia e Perù mettendo in difficoltà le famiglie e le aziende in cui sono impiegati che non sanno quando potranno riaverli al lavoro.