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“Non mi devo arrendere mai”: un murale per Sophia, morta a 11 anni dopo aver lottato contro un tumore

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Una bimba che sorride mentre abbraccia un unicorno e tiene gli occhi chiusi, ha gli occhiali appoggiati sul naso e in testa un cappello a pois con un grande fiocco rosa. Sopra i due svetta una scritta: “Non mi devo arrendere mai”. È il nuovo murale – opera dello street artist Paolo Colasanti – che è stato inaugurato ieri in via Gaspare Gozzi, a pochi passi dalla metro B San Paolo, a Roma. Simbolo di memoria e vita, l’opera è dedicata alla piccola Maria Sophia, scomparsa l’11 luglio dello scorso anno, all’età di 11 anni, a causa di un tumore cerebrale.

“È stato un momento emozionante – racconta Maria Simone, la mamma – Sabato prossimo sarà un anno che Sophia è morta. Quando lo abbiamo scoperto lei aveva 4 anni – ricorda  – Ha combattuto sempre col sorriso”. Da qui, la frase dipinta (“Non mi devo arrendere mai”) : “Era il suo motto”. Nonostante la chemioterapia e le difficoltà, “Sophia mi ripeteva sempre “mamma, bisogna tenere duro”. Poi la situazione è precipitata. Ma lei vive sempre con noi”. Il cappellino disegnato dall’artista esiste realmente: “Sophia lo indossava durante il periodo estivo – ricorda Maria – lo teniamo ancora oggi sul bordo del letto”.

Il murale realizzato da Gojo e Up Urban Prospective Factory con l’Associazione Maria Sophia APS – nata il 27 settembre scorso nel giorno del compleanno della piccola – è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione di Atac, azienda per la quale lavora il papà Giuseppe Pelillo Panzieri, presente alla cerimonia di inaugurazione, insieme a un gruppo di residenti. A battere le mani in ricordo della piccola, tra gli altri, anche il presidente del municipio VIII Amedeo Ciaccheri – promotore dell’iniziativa –  l’assessora municipale alle Politiche abitative Francesca Vetrugno – che ha definito Sophia “partigiana della vita” – e il consigliere Samuele Marcucci.

“La materializzazione dell’opera è stata per noi un dono enorme – sottolinea la mamma – La storia di Sophia e il suo sorriso hanno sensibilizzato e contagiato tutti. Nonostante la sua tenera età, è riuscita ad entrare nel cuore degli abitanti del quartiere ma anche delle istituzioni. Era una guerriera”.

L’opera si trova accanto a quelli che sono stati i luoghi del cuore della piccola, inclusa la scuola dove giocava e studiava con gli amici. “Ora un angolo del nostro quartiere racconta una storia preziosa attorno a cui si sente stretta tutta la nostra comunità”, spiega Amedeo Ciaccheri, presidente civico dell’VIII municipio. (da la Repubblica)

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