A quasi due mesi dalla prima uscita pubblica del 2 maggio scorso in piena fase 1, le mascherine tricolori sono tornate di nuovo in strada per l’ottavo sabato consecutivo. Questa volta, però, l’evento non coinvolge decine di città in tutte le regioni: i manifestanti si sono dati un appuntamento unico a Roma, dove in Piazza Bocca della Verità sono giunti in “circa 2 mila da ogni parte d’Italia per chiedere le dimissioni del governo Conte, ormai palesemente inadeguato a gestire l’emergenza economica che sta seguendo quella sanitaria”- scrivono in una nota.
VIDEO | MASCHERINE TRICOLORI CANTANO INNO
Alla manifestazione hanno partecipato lavoratori dipendenti, liberi professionisti, commercianti, artigiani, cassintegrati che, hanno preso anche la parola dal palco allestito in piazza, cittadini di ogni estrazione, tutti a vario “titolo colpiti dall’insipienza di un esecutivo incapace di dare risposte concrete, in attesa di un cenno da parte dell’Unione Europea che non arriverà mai, men che meno sotto forma di aiuti di qualsiasi tipo. A farne le spese sarà l’economia nazionale e con essa tutte le categorie produttive”.
I manifestanti hanno poi aggiunto che “Per invertire la rotta serve lo stop alle tasse per le imprese per l’intero 2020, insieme ad un importante stanziamento – diretto, senza passare tramite gli istituti di credito – a fondo perduto per chi ha più sofferto nelle lunghe settimane di chiusure imposte”, ma anche “liquidità immediata per le famiglie e le fasce più deboli della popolazione”, insieme ad un “piano di intervento straordinario per salvare il settore del turismo che rischia di scomparire, aiuti massicci e regole meno stringenti per bar, ristoranti, palestre e tutte quelle attività che rischiano di chiudere”.
Il movimento propone una “sanatoria per tutte le multe elevate durante l’emergenza sanitaria” e che siano definite le regole “per far ripartire veramente la scuola e garantire una formazione” dunque che “non si prolunghi ulteriormente lo stato di emergenza, per non dover cedere ulteriori libertà alla dittatura sanitaria”. Le mascherine tricolori chiedono infine che si vada al voto, in modo che “la parola torni al popolo, il prima possibile”.