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Riaprono i ristoranti ma la confusione regna ancora: la proposta delle Regioni per la ripartenza

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Mancano appena due giorni alla riapertura che lunedì 18 maggio coinvolgerà negozi e ristoranti, tuttavia regna ancora sovrana la confusione sulle direttive da seguire: il Governo ha delegato le decisioni alle regioni “nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”.

Nella serata di ieri le Regioni riunite hanno raggiunto un accordo su una proposta da sottoporre al Governo: distanze tra i clienti ridotta a un metro, uso di mascherina quando ci si alza dal tavolo, stop ai buffet e lista delle prenotazioni conservata per ben 14 giorni. Nel documento predisposto dalle stesse regioni si legge: “I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro di separazione tra i clienti, ad eccezione delle persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale; detto ultimo aspetto afferisce alla responsabilità individuale. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet”.

Queste indicazioni, che le regioni hanno condivido si applicano, secondo quanto indicato nello stesso testo “per ogni tipo di esercizio di somministrazione di pasti e bevande, quali ristoranti, trattorie, pizzerie, self-service, bar, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie (anche se collocati nell’ambito delle attività ricettive, all’interno di stabilimenti balneari e nei centri commerciali).

Inoltre viene sottolineato che “Potrà essere rilevata la temperatura corporea, impedendo l’accesso in caso di temperatura 37,5 C”.  Infine le regioni sottolineano la necessità di “rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale anche in più punti del locale, in particolare all’entrata e in prossimità dei servizi igienici, che dovranno essere puliti più volte al giorno”.

 

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