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Non c’è più fiducia nei politici e le Mascherine Tricolori tornano in piazza. Intervista a Mauro Antonini

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Fase 1, fase 2 …pandemia, ricostruzione, sono i temi che campeggiano sulla stampa, temi di discussione e riflessione secondo una progressione che ormai cadenza la nostra vita da 100 e più giorni. Tutto questo ha un riflesso sul comportamento delle persone, sul loro pensiero, sulle loro scelte. Una popolazione impaurita e preoccupata non è stata certo aiutata né dalla scienza, né dalla politica. In un crescendo rossiniano siamo passati dalle dichiarazioni rassicuranti dei virologi agli allarmi degli stessi, dalla paura della malattia a quella per il futuro in un intreccio perverso in cui, chi dovrebbe guidare il Paese, si è alternato sul palcoscenico dei media tra annunci drammatici dal punto di vista sanitario a proclami economici fantascientifici, irrealizzati ed irrealizzabili. Il Paese si è diviso ed è questa, forse, la colpa più grave di chi ha la responsabilità di governo.

Chi per età e sicurezza economica di un reddito certo voleva e vuole una chiusura pressoché totale mettendo in cima alle priorità la salute e chi, lavoratore autonomo sia esso una piccola partita Iva, grande imprenditore, artigiano o libero professionista vede nel lockdown la fine della propria attività fino a mettere in dubbio il futuro suo e della propria famiglia. In mezzo a loro i vari lavoratori occasionali, magari al nero, i disoccupati, in balia di un obolo statale.

Cosa pensano gli italiani ora? I sondaggisti si sono scatenati e, come sociologicamente ampiamente previsto e non solo in Italia, ci si è stretti intorno alle “istituzioni”, al potere costituito, almeno nella prima fase, quella del contagio. Gradimenti alle stelle per il Premier, che ha abusato di tale consenso. Le opposizioni non hanno brillato, ammettiamolo, mostrando un deficit di comunicazione evidente che ha offuscato proposte talvolta sensate: hanno sovente sbagliato il momento e la forma più che la sostanza.

La sovraesposizione del Premier, quasi in trance agonistica, ha dapprima rassicurato la popolazione, ma il passare del tempo ha generato una miscela esplosiva: non si sono realizzate le promesse e non si sono mantenuti impegni, ma al contempo i problemi economici si sono moltiplicati. Intanto chi, magari complice il lockdown, ha navigato e naviga in rete, non può non aver notato il proliferare sui social di gruppi di varia estrazione, ma tutti con il denominatore comune di un rifiuto della politica cosi come è oggi :sicuramente apartitici si dichiarano erroneamente apolitici.

Non sono rari gruppi che invitano a scendere in piazza, molti lo hanno proposto con date ben definite poi fatalmente rinviate, sicuramente ci sono i leoni da tastiera, ma il clima è quello. Nei giorni scorsi su La Stampa di Torino, in un articolo in prima pagina, la sondaggista-politologa Alessandra Ghisleri ha fatto un’analisi approfondita di cosa pensano gli italiani in questo delicato momento. Il sondaggio è impietoso: solo il 5% dichiara di avere ancora fiducia nei politici. Il 40% ha ancora paura del contagio mentre il 56% ha paura di una forte crisi economica. Soprattutto il 65% si dichiara “consapevole del rischio di importanti tensioni sociali”. Nota infine la sondaggista che la sfiducia nei politici è praticamente la stessa del periodo in cui nacque il movimento cinque stelle con i primi “vaffaday“.

Non a caso cita il Movimento Cinque Stelle, vuoi perché era un movimento nuovo, diverso ed avulso dai partiti tradizionali, vuoi perché una volta al potere ha rapidamente esaurito la spinta propulsiva della prima ora ed ora ‘ omologato al sistema che voleva combattere. La domanda che ci poniamo è semplice: può l’opposizione cavalcare quella protesta montante nel Paese o viene anch’essa accomunata nel grande “calderone” dei politici come sostiene Ghisleri?

In tal caso, chi potrà interpretare il ruolo di alfiere del cambiamento come chiedono gli italiani? Abbiamo raccontato prima di gruppi spontanei e della difficoltà di passare dalle parole all’azione. Tra questi, come RomaLife ha documentato, c’è chi in piazza ci è sceso davvero, in modo ordinato, pacifico, ma deciso. La prima volta due sabati fa in molte piazze italiane e RomaLife è stato l’unico organo di stampa a darne conto. Poi sabato scorso raddoppiando praticamente le piazze e guadagnandosi la ribalta di molti giornali tra cui una prima pagina de Il Tempo. Parliamo delle Mascherine Tricolori, gruppo nato su Facebook, in continua crescita, con la volontà di aprirsi ad altre realtà.

Abbiamo raggiunto Mauro Antonini già candidato alla Regione Lazio, da sempre in prima linea.

Antonini, ha pubblicato un sondaggio sul suo profilo twitter in cui chiedeva se i suoi follower fossero disposti a scendere in piazza.

Si, ed il risultato è stato netto: l’84% degli intervenuti è disposto a manifestare, qualcuno lo ha già fatto.

Perché tante persone, rischiando anche il divieto del Governo sono scese in piazza e tante altre sono disposte a farlo?

La dittatura sanitaria di cui giustamente parlano anche le Mascherine tricolori oltre ad aver instillato la paura nei cittadini, mai convinti fino in fondo di aver compreso le ordinanze e i Dpcm ogni volta che mettevano il naso fuori casa, è stata la scusa per non fare niente. Quando è stato il momento di riaprire e ripartire, la fase 2 si è rivelata un proseguimento della fase 1, ossia della serrata generale che fa tanto fico chiamare lockdown. Peggio ancora il cosiddetto decreto Rilancio, già decreto Aprile, poi decreto Maggio, che arriva fuori tempo massimo. Al di là dei soldi per cassa integrazione e bonus vari per le famiglie, non ci sono investimenti né misure per il rilancio. Nessuna politica economica ma solo tamponi per limitare i danni della crisi economica.

Un attacco diretto al Governo Giallorosso del Premier Conte.

Il governo Conte ė doppiamente colpevole: di aver chiuso tutto troppo tardi, a epidemia bella che diffusa, e adesso di non aiutare davvero famiglie e imprese a rialzarsi dopo mesi di lockdown. Per non parlare della sanatoria degli immigrati: gli italiani per Bellanova, Conte, Zingaretti e i 5 Stelle sono l’ultimo dei pensieri. È ora di dire basta, di chiedere soldi per imprese che altrimenti non riapriranno più, di aiutare i genitori lavoratori con i figli a casa perché le scuole sono chiuse.

Sabato le Mascherine Tricolori tornano in piazza ci sarai?

Si! Sarò in piazza con loro, con i commercianti, con i lavoratori, per chiedere al governo di fare il bene della Nazione. Perché le non misure economiche di Conte e Gualtieri rischiano di fare più danni del coronavirus.

RomaLife ci sarà’. La nostra linea editoriale ci porta a seguire da vicino tutte le istanze che vengono dal basso, talvolta anche fuori degli schemi tradizionali ma proprio per questo pure e vere nella loro spontaneità.

@ilmako61

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