È il silenzio sul personale scolastico di pulizia, i lavoratori scrivono un comunicato perché si faccia sapere a tutti cosa sta accadendo loro: “Con il decreto scuola di dicembre 2019, hanno sconvolto la vita di migliaia di lavoratori degli appalti pulizia scuole, quando i nostri governanti hanno annunciato l’internalizzazione dei lavoratori non hanno tenuto conto di quante persone ci lavorassero nelle scuole. L’intento loro era di inserire nel profilo Ata collaboratori scolastici gli ex Lsu e gli appalti storici che sono in attività da decenni, ma non hanno fatto i conti del personale entrato negli anni seguenti dopo l’inserimento delle cooperative. Difatti hanno deciso di chiudere gli appalti con codeste ditte e di conseguenza noi lavoratori saremmo dovuti essere licenziati collettivamente il 29 febbraio”.
Nel comunicato viene specificato poi come tutto si è mosso: “In fretta e furia hanno fatto le assunzioni dopo l’uscita del Bando per chi fosse in graduatoria, stendiamo un velo pietoso sul 1° Bando che è stato un insulto per chi aveva decenni di lavoro e che a causa di clausole non compatibili, o a causa del tempo determinato usato dalle aziende nel passato, si sono ritrovati a non poter concorrere o addirittura in fondo alla graduatoria, perché facendo rientrare i titoli nel punteggio si sono visti scalare il posto da giovani che avevano si il decennio lavorativo ma con titoli di studio superiori, perciò i dipendenti ‘storici’ che da 20/30 anni lavoravano nella scuola non hanno avuto il loro agognato posto di lavoro o sono riusciti solo ad ottenere un part-time con sedi di lavoro distanti dalla loro residenza”.
“La situazione si è ulteriormente aggravata – si legge ancora nel comunicato – dal 01.03.2020 quando è avvenuto il nostro stato di prigionieri, messi in sospensione dalle nostre aziende con l’art.34 a parametro 0 ore, quindi senza alcun compenso. Già qui la prima beffa, dunque, incitati dalle organizzazioni sindacali abbiamo firmato la messa a disposizione che avrebbe dovuto tutelare la nostra situazione, infatti alcune aziende hanno pensato bene di porre alcuni in ferie, altri in totale silenzio non hanno mai dato alcuna comunicazione ai propri dipendenti in stand by”.
I lavoratori hanno poi specificato che “Alcune aziende si prodigano nel ricercare occupazione per noi dipendenti, offrendoci la possibilità di andare a lavorare a 40/50 km da casa con il parametro ore pre-esistente in ospedali in piena emergenza Covid-19 con tasso di infetti ad alto rischio e in zone rosse, naturalmente noi rifiutiamo l’offerta e cala nuovamente il silenzio tombale. A distanza di un mese si sta dando la facoltà di accedere alla Fis ma sta nuovamente la medesima situazione ai colleghi di altre aziende, ove viene richiesta la disponibilità a trasferte di lavoro sempre con gli stessi parametri orari, ma a centinaia di km da casa, fino anche a 1200 km. Questa forzatura fa capire che vogliono portare i dipendenti al licenziamento autonomo in modo tale non debbano essere loro gli artefici, in modo tale da non versare la Naspi per ogni dipendente in esubero”.
Ancora nella stessa nota si legge “Ma come si può chiedere di allontanarsi in località all’estremo della propria vita a capofamiglia, padri, madri che devono sostentare la famiglia? Vorremmo chiedere agli onorevoli Ministri che nel prossimo Bando abbiano la coscienza di far rientrare anche i Lavoratori che non hanno il Diploma di Scuola Superiore di Primo Grado essendo ormai in età avanzata e non sentendosi all’altezza di frequentare una scuola o per mancanza di tempo o per altri motivi; lavoratori che hanno carichi pendenti avuti in giovane età e poi riscattati negli anni con una giusta legalità e cittadinanza responsabile successiva; lavoratori che non rientrano nei 5 anni del Bando successivo, non possiamo permettere che vengano lasciati senza occupazione, quando un lavoro a tempo indeterminato lo avevano trovato e si ritrovano a dover cercare un altra occupazione ad età discutibili per il mondo del lavoro”.
In conclusione i lavoratori, si rivolgono ancora ai ministri competenti: “Porgiamo a voi questa nostra richiesta di aiuto, facendovi carico di una situazione alquanto delicata ma succeduta in quanto non è stata valutata nel tempo della preparazione del 1° Bando, e riteniamo doveroso un vostro intervento plausibile ad intimare uno stop a tutte queste prese di posizione delle aziende e delle organizzazioni sindacali che continuano a giocare sulla nostra pelle e dare la dignità a chi ha svolto sempre doverosamente la loro mansione con la diligenza e la correttezza! Secondo Art.4 ‘l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto’: Ce lo stanno togliendo questo diritto, perciò chiediamo a voi tutti un aiuto concreto per la lotta che stiamo instaurando e vogliamo vincere!”