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Fanno a pezzi i cari defunti invece di cremarli: sotto inchiesta il cimitero di Flaminio

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Si una nuova inchiesta della Procura di Roma: sarebbero sei i casi in cui il cimitero Flaminio avrebbe fatto a pezzi i cadaveri invece di cremarli.

Il raggiro ai cari dei defunti oggi costa ad alcuni dipendenti dell’Ama che lavorano nel camposanto e agli addetti di un’agenzia di pompe funebri l’accusa di vilipendio di cadavere.

Il motivo di tale raggiro sarebbe da ricercare in un arrotondamento dello stipendio, infatti gli impostori si sarebbero fatti pagare privatamente ed in anticipo dalle famiglie dei defunti che, a distanza di anni dalla tumulazione, non possono permettersi di sostenere le spese per la cremazione dei resti da spostare nell’ossario comune.

Ma come funziona il business parallelo? La legge prevede che a distanza di 20 o 30 anni dalla tumulazione avvenga l’estumulazione della bara e, se il cadavere è mineralizzato, si procede alla raccolta delle ossa da spostare quasi sempre nell’ossario comune, liberando quindi il loculo. Capita, però, che in molte aree del cimitero il corpo si conservi in buono stato. Quindi i parenti del defunto sono costretti a pagare per rinnovare la concessione, o per effettuare la cremazione del caro. Ed è proprio qui che entrano in scena alcuni dipendenti delle agenzie di pompe funebri: questi propongono di occuparsi personalmente della questione, facendo spendere ai clienti un prezzo più basso, con un conto da saldare in contati.

Il denaro verrebbe poi diviso anche con i complici che vestono la divisa dell’Ama, e che si occupano di smembrare quello che resta dei corpi. I parenti, il più delle volte convinti di avere scelto una via legale, non sanno quello che succede: non immaginano che ciò che rimane del loro caro verrà tagliato in mille pezzi e poi collocato nell’ossario.

A indagare su quello che è accaduto fino ad un paio di mesi fa sono i Carabinieri del nucleo Radiomobile che per il momento hanno scoperto 6 casi, ma si sospetta che il business fosse ben più ampio.

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