Disperato l’appello del direttore della storica farmacia di Piazza di Spagna in rappresentanza dei problemi che in questi giorni di crisi si trovano a dover affrontare tutte le farmacie del centro di Roma. L’uomo ha confessato che le spese sono molto più alte dei guadagni: “Dobbiamo rimanere aperti, come stabilito dal decreto governativo, ma per noi sono solo spese e converrebbe chiudere. Abbiamo bisogno di aiuto”.
Il direttore spiega che, come più volte ci è capitato di vedere (Leggi), “nel centro di Roma non c’è più nessuno. Le strade sono deserte”. Per quest’uomo e la sua farmacia, aperta sin dal 1700, il coronavirus, o più precisamente le misure utilizzate per prevenire il contagio, per quanto siano giuste, e giustificabili, hanno portato a un netto crollo delle vendite. Il direttore spiega che “Il nostro fatturato è diminuito dell’80 %, su 9 dipendenti 7 sono in cassa integrazione. E la situazione non si risolverà in breve periodo. Noi lavoravamo tantissimo con i turisti e i dipendenti di altre attività del centro che ora però sono chiuse. I residenti qui sono davvero pochi”.
La stessa situazione si ha in tantissime farmacie del centro, e se ne fa portavoce il direttore, ma non solo “Le stesse difficoltà le stanno riscontrando i colleghi dei centri storici di Firenze e Milano, Torino e Venezia”. E così c’è chi punta sulla consegna a domicilio dei farmaci e chi cerca di mettere quanto più personale possibile in cassa integrazione in attesa che tutto si riavvii, turismo compreso.
Il farmacista spiega che inoltre che anche al Comune verrà chiesto un aiuto: “D’accordo con Confcommercio, abbiamo proposto al sindaco di mantenere l’apertura della Ztl per favorire l’accesso dei clienti, che sarebbero altrimenti scoraggiati dal prendere mezzi pubblici per raggiungere i negozi del centro. E poi starà a noi riuscire a tornare ad essere attrattivi per la clientela”.