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Coronavirus, grandi perdite per bar ristoranti secondo Confesercenti e intanto proprietari pronti al flashmob del 28 aprile

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La federazione degli esercenti pubblici e turistici Fiepet Confesercenti stima le perdite di bar e ristoranti in questo periodo forzato di chiusura. Si parla di un conto molto salato: “In media, ogni pubblico esercizio ha perso circa 55 mila euro di fatturato, quasi il 30% di quello annuale, per un totale di 11,5 miliardi di euro di ricavi svaniti”.

“Nonostante questo bar e ristoranti si preparano ad affrontare la doppia sfida della fase due: garantire la sicurezza di clienti e lavoratori e provare a ripartire dopo il lockdown”, spiega Confesercenti. “Si sta puntando di più sul take away, sugli spazi all’aperto, ma anche sulla tecnologia per usare i buoni pasto via app, limitando così i contatti”.

Al riguardo, quindi, la federazione con il presidente Giancarlo Banchieri chiede “di abbattere drasticamente i costi di commissione sui ticket e lo stop immediato per Tari e occupazione suolo pubblico per tutto il 2020. La salute è la priorità e i pubblici esercizi hanno mostrato i massimi livelli di collaborazione. Il lungo periodo di fermo, però, è stato disastroso: moltissime imprese rischiano di chiudere per sempre, decimando uno dei settori d’eccellenza”.

Banchieri afferma inoltre: “Con l’arrivo della Fase due dovremo creare nuove modalità di vendita e di gestione dei locali, per garantire la salute di tutti e una rapida ripresa del servizio. Per questo, proporremo al governo una ricetta in pochi punti per far ripartire la somministrazione in tutta sicurezza. In primo luogo, occorre puntare con decisione sul take away. Nel mondo post-coronavirus, la consumazione a domicilio o sul luogo di lavoro avrà un ruolo cruciale. Per questo chiediamo che ristoranti e bar possano riprendere la vendita d’asporto, garantendo la sicurezza dei consumatori attraverso la regolazione delle entrate nei locali, nelle stesse modalità già applicate dalle altre attività commerciali aperte”.

Il presidente spiega inoltre che dal governo “Serve poi uno sforzo straordinario sugli spazi all’aperto. Per ripartire in sicurezza e mantenere le distanze, ristoranti e bar hanno bisogno di avere più spazi. Chiediamo che si estenda straordinariamente la metratura a disposizione dei dehors di bar e ristoranti senza costi aggiuntivi per le imprese”.

Inoltre avverte che “anche i buoni pasto e la consegna sui luoghi di lavoro svolgeranno un ruolo fondamentale durante l’avvio della fase due. Per limitare i contatti, chiediamo che si possano usare i buoni pasto via app per pagare gli esercenti. C’è però da agire sul fronte dei costi. Per mantenere in piedi la rete dei pubblici esercizi, è necessaria la collaborazione di tutti: alle case emettitrici chiediamo di abbattere drasticamente i costi di commissione sui ticket”.

“Al governo, invece –  prosegue – chiediamo un gesto concreto: lo stop immediato per Tari e occupazione suolo pubblico per tutto il 2020. Bar e ristoranti continuano a pagare anche se sono costretti all’inattività. Una beffa ed un onere gravissimo per migliaia di imprese, già ridotte in ginocchio dal lockdown. Andrebbero invece dati indennizzi a fondo perduto sui ricavi mancati e la decontribuzione del costo del lavoro, almeno per tutta la durata delle restrizioni”.

Intanto prende piede sempre di più l’idea di un flashmob volto a sensibilizzare l’opinione pubblica e il governo sulla situazione dei ristoratori. Alle 21 del 28 aprile per la prima volta dopo quasi due mesi di chiusura forzata i ristoranti italiani alzeranno le loro saracinesche, accenderanno le luci e apparecchieranno un tavolo di fronte alle loro insegne. Una manifestazione, un flashmob, per dire “Ci siamo anche noi, quale è la nostra sorte?”.

Flashmob catalizzato dal gruppo Facebook Risorgiamo Italia – Ho.re.ca Unica che aggrega migliaia di ristoratori, chef, imprenditori dell’enogastronomia. Al flashmob oltre ai ristoranti aderiranno anche bar e locali affini.

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