Il Direttivo della Camera penale di Roma, in una lettera inviata al ministero della Giustizia e al capo del Dap, chiede che “Siano approntate immediatamente tutte le misure adatte a limitare la diffusione del contagio riducendo rapidamente il sovraffollamento delle strutture e dotandole di tutti i presidi atti a scongiurarlo e sia soprattutto consentito subito ai bambini di andare a casa o, laddove non abbiano un domicilio idoneo, di essere accolti con le loro mamme in una casa famiglia”.
La lettera arriva in relazione ai casi di contagio da Covid-19 riscontrati nel settore femminile del carcere di Rebibbia e sottolinea che “Due medici che vi prestavano servizio sono risultati positivi e otto detenute sono state sottoposte al tampone di cui non si conosce ancora l’esito ma è assai plausibile che l’ipotesi di contagio possa addirittura riguardare più delle otto persone testate. Questa già cosi alta preoccupazione si acuisce in modo abnorme quando le potenziali vittime sono addirittura 9 bambini, reclusi insieme alle loro madri”.
Per la Camera penale di Roma “le carenze strutturali ed igieniche degli Istituti penitenziari, che abbiamo più volte segnalato e stigmatizzato, non consentono né alle persone recluse né al personale che, a vario titolo, orbita nelle carceri, di adottare le precauzioni imposte quali misure basilari di prevenzione. Lo abbiamo già detto, paventando un rischio, lo ripetiamo oggi, quando il rischio è diventato purtroppo realtà: le misure di distanziamento sociale imposte dalla popolazione libera sono soltanto una utopia all’interno di luoghi nei quali la vicinanza obbligata ed esasperata dal sovraffollamento e la pressoché totale assenza di presidi sanitari di protezione (mascherine, guanti, igienizzanti) rende altamente probabile il contagio”