La lotta contro il virus prosegue: le notizie moderatamente positive che giungono dal nord non sono sufficienti ad abbassare la guardia, la possibilità di un peggioramento al centro sud-strutturalmente più debole-permane.
Ci si interroga come sara’ il futuro,dopo la sconfitta del virus si dovrà ripartire. Di certo,in mancanza do un vaccino serio,nulla sarà come prima.
Immaginate la titubanza ed il timore nei contatti interpersonali, il mantenimento delle distanza anche dopo la fine dell’epidemia.
Prenderemo ancora un aereo o un treno con le distanze delle poltrone come le attuali? Andremo al cinema o in discoteca? Nello scegliere un ristorante, faremo più caso alla distanza dei tavoli o alla bontà dei piatti? Forse, o senza forse, avremo paura di ricominciare ma ricominciare è necessario: una crisi economica dalle proporzioni immaginabili sarebbe forse più grave e devastante del virus stesso.
Si aggiungono le mille domande su un virus che non conosciamo ancora bene: ci si può riammalare? Una persona guarita per quanto tempo può ancora trasmettere il virus? Come posiamo essere sicuri che chi abbiamo davanti non possa infettarci? Sono domande che frenano immancabilmente le idee della ripartenza economica.
È proprio il tema della ripartenza, di un equilibrio bilanciato tra tutela della salute e necessita’di riaprire ogni tipo di attività che sta affiancando le notizie sul decorso del virus sulla stampa, nelle trasmissioni Tv, nei colloqui e nei contatti a livello politico.
Ne abbiamo parlato con un importante imprenditore, un vecchio amico che sentiamo di tanto in tanto per ricordare il passato e farci gli auguri quando è il momento. Ora vive tra New York, Monaco ed un po’ d’Italia.
È Felice Tedeschi (Happy German) noto ai più per il suo passato di pilota automobilistico, a New York nel 2004 ha corso in Formula Tre, in F2 ed i vari campionati italiani, Gt Superturismo, in tutti i circuiti europei, tra la fine degli anni ’80 e buona parte degli anni ’90.
Figlio di importanti commercianti decise di lasciare l’italia e raggiunse il suo amico Giuseppe Cipriani, erede del famoso marchio di hotel e ristoranti tra i quali il famosissimo Harry’Bar di Venezia. Immobiliarista di primo piano, Tedeschi è diventato in poco tempo il principale collaboratore di Cipriani e, con lui, condivide alcune iniziative imprenditoriali negli USA, in Europa e in Italia.
Lo sentiamo di notte, ci chiama da New York ed e’ un fiume in piena. È preoccupatissimo per la “sua” Italia e per gli Stati Uniti, la sua seconda patria, e condivide con altri imprenditori idee che cercano di trasmettere proposte per uscire dalla crisi.
“Il vaccino è lontano! La gente non si fida! Continuerà a non uscire non produrre, a non consumare”. “Il fallimento di migliaia di aziende di ogni categoria e livello è dietro l’angolo” – si sfoga Tedeschi.
“Dobbiamo consentire a chi è sano, ed a chi è uscito dalla malattia di tornare al lavoro, dobbiamo certificarlo e dare fiducia alla gente – continua – ma in Italia non si fanno tamponi “a tappeto”, forse non ci sono, forse mancano i laboratori, forse non ci sono i denari a sufficienza. Si affacciano nuovi tipi di di analisi, più snelle e rapide, qualcosa si sta sperimentando in alcune regioni italiane, in primis il veneto di Zaia, ma dal Governo un silenzio assordante”
Spostiamo il colloquio telefonico in conference call e ci raggiungono Chicco Costini, medico reatino e attivista politico da sempre in prima fila e Andrea Di Giacomo, medico, già noto ai nostri lettori (Suo il “Punto Medico“). Propongono di effettuare il test sugli anticorpi -disponibile dalla prossima settimana- più serio e discriminante rispetto al “famoso” tampone. Ma chi può organizzare una campagna di controllo di tali dimensioni? Con quali costi e quali fondi?
L’idea nasce in modo semplice e spontaneo: i datori di lavoro per i propri dipendenti e i professionisti, i commercianti, le “partite iva” per se stessi .
Analisi da fare in modo rapido, anche in strutture private, analisi che possano produrre un certificato che dia tranquillità ai lavoratori, ai consumatori, che dia la possibilità di “fidarsi” e di tornare a vivere.
È l’idea di un imprenditore, un’idea semplice ma efficace, confermata nella sua validità da due medici. La rilanciamo quindi da qui: analisi per tutti, a richiesta, senza costi per lo Stato. Vediamo chi la raccoglie.
@ilmako61